
Provocati da questa frase delle prime pagine del romanzo, che rinvia al titolo, diamo il via alla discussione del libro.
Qualche stimolo per iniziare:
- Quali sono le tappe più significative del percorso di formazione di Alessio?
- Come si configura nel romanzo lo schema, caro a Vittorini, del viaggio?
- Alessio e la politica. Quali ideali agitano il protagonista, con chi li condivide, cosa riflettono degli ideali politici dello scrittore? Cosa matura Alessio dall’esperienza politica?
- Alessio e l’amore. Come scopre l’amore Alessio? Che differenze caratterizzano la relazione che egli vive con Giovanna e quella con Zobeida?
- Alessio e la scuola. Quale immagine il protagonista e il romanzo lasciano trasparire della scuola, dello studio, degli insegnanti?
- Alessio e gli amici. Chi sono gli amici più significativi della giovinezza di Alessio? Che cosa rappresenta l’amicizia per il protagonista?
- Alessio e la famiglia. Che rapporto vive Alessio con i genitori, con la sorella Menta, con i fratelli?
- In quali passaggi del romanzo vi siete maggiormente riconosciuti?
- E la scrittura? Quali tratti caratterizzano la lingua e lo stile del romanzo?
Cari ragazzi, spero che anche questo libro vi sia piaciuto e sia riuscito a rivelarvi significati, pensieri, emozioni come il precedente.
Aspetto commenti numerosi! Esprimetevi in libertà, senza paura che sia giusto o sbagliato quello che scriverete. Se sono vostre riflessioni, saranno senz'altro interessanti!
...Ma dove sono tutti gli altri che non sono mai intervenuti?
Qualche stimolo per iniziare:
- Quali sono le tappe più significative del percorso di formazione di Alessio?
- Come si configura nel romanzo lo schema, caro a Vittorini, del viaggio?
- Alessio e la politica. Quali ideali agitano il protagonista, con chi li condivide, cosa riflettono degli ideali politici dello scrittore? Cosa matura Alessio dall’esperienza politica?
- Alessio e l’amore. Come scopre l’amore Alessio? Che differenze caratterizzano la relazione che egli vive con Giovanna e quella con Zobeida?
- Alessio e la scuola. Quale immagine il protagonista e il romanzo lasciano trasparire della scuola, dello studio, degli insegnanti?
- Alessio e gli amici. Chi sono gli amici più significativi della giovinezza di Alessio? Che cosa rappresenta l’amicizia per il protagonista?
- Alessio e la famiglia. Che rapporto vive Alessio con i genitori, con la sorella Menta, con i fratelli?
- In quali passaggi del romanzo vi siete maggiormente riconosciuti?
- E la scrittura? Quali tratti caratterizzano la lingua e lo stile del romanzo?
Cari ragazzi, spero che anche questo libro vi sia piaciuto e sia riuscito a rivelarvi significati, pensieri, emozioni come il precedente.
Aspetto commenti numerosi! Esprimetevi in libertà, senza paura che sia giusto o sbagliato quello che scriverete. Se sono vostre riflessioni, saranno senz'altro interessanti!
...Ma dove sono tutti gli altri che non sono mai intervenuti?
Buongiorno a tutti cari compagni...
RispondiEliminaqui mai nessuno che abbia molta voglia di iniziare eh...
va beh lo rifarò io..più che altro perchè ho già iniziato il quarto libro..e così almeno poi non devo fare tutto di fretta...XDXD
Per cominciare mi sento in dovere di dire che questo libro non mi ha catturato particolarmente,anzi,qualche passaggio mi è stato difficile da leggere,ho trovato comunque molti spunti interessanti su cui riflettere che ora vi espongo.
Dal mio punto di vista molto interessate è la figura di Alessio,un giovane dagli ideali apparentemente forti ma che ben presto invece si dimostra più volte insicuro di sé e soprattutto di tutto ciò che gli sta accanto,in primis del suo amico Tarquinio.
Per quanto riguarda il suo percorso di formazione penso che la cosa che più ha influenzato la sua mentalità sia stata una certa distanza dalla famiglia,volendo quindi viver da adulto anche se ancora adolescente.
Sicuramente un ruolo importante nella sua vita l'ha avuto l'amico Tarquinio,con il quale,passando assieme molto del suo tempo libero finisce con il condividere le idee politiche.
Lo scenario si svolge nel primo trentennio del 1900 quando stanno nascendo i primi rami fascisti.
Alessio e l'amico infatti,vi aderiscono,anche se personalmente mi sembra che facciano questa scelta più per seguire la popolarità che assume questo movimento e per la curiosità suscitata dalla novità, che non in quanto condividano o comprendamo a pieno le idee.
Altro ruolo importante dal mio punto di vista sono le due donne che entreranno,anche se con ruoli molto diversi,nella vita del giovane:per prima Giovanna,poi Zobeida.
Per Giovanna nasce un amore a prima vista,un amore forse derivato dalla solitudine,un amore quindi, che come forse accade tuttora, è semplicemente frutto dell'immaginazione.
Questo sentimento infatti dalla ragazza è ignorato ma sopratutto è sconosciuto.
Penso che non sia una cosa fuori dal comune,anzi penso che capiti spesso che giovani si innamorino a tal punto da interpretare in maniera spropositata qualche minimo gesto,come può esser un semplice saluto per simpatia o un bacio d'affetto,ecco per Alessio sarà proprio così,finirà con l'inventarsi storielle mai esistite forse non tanto per mostrarsi grande agli occhi dell'amico,quanto per illudere se stesso.
Per quanto riguarda Zobeida invece le cose vanno inevitabilmente diersamente,questo amore è reale,esistente anche se come si legge destinato a finire ben presto a causa dell'arresto della prostituta per droga.
Questo amore però lo vedo come la ricerca di un qualcosa in più di ciò che la vita ci offre,non so se mi sono spiegata ma mi sembra voler andare oltre,ricercare a tutti i costi quel qualcosa che ti può cambiare,almento per un certo periodo,la vita.
PARTE 2
RispondiEliminaSpostiamo ora la nostra attenzione sulla scuola e su tutto ciò ad essa riferito.
Alessio,non di certo uno studente modello,non si differenzia molto dalla figura di molti giovani d'oggi.
A mio parere, la cosa più rilevante è il suo approccio con gli insegnanti che lo porterà anche ad un atteggiamento quasi di rassegnazione,basti soffermarsi sul soprannome attribuito ad un'insegnante:”sempresei”,questo mi ha fatto riflettere.
Ciò sicuramente sarà riferito ai voti ricevuti da questo particolare insegnante e penso di poter fare una considerazione:spesso capita anche a me, e penso anche di non esser l'unica,di arrabbiarmi anche in modo evidente per i voti e di ritrovarmi a pensare che quel o quella particolare insegnante non valuti mai i miei miglioramenti o a volte peggioramenti ma si limiti a darmi sempre gli stessi giudizi.
Beh,in momenti di deusione forse è lecito però spesso riflettendoci un po' si capisce come se il tuo impegno è costante,nel senso che non cambia ne in avanti ne indietro,è diffficile che i giudizi cambino;fatte queste considerazioni si capisce come quasi cerco se non di accusare ma almeno di non condividere l'atteggiamento prevenuto di Alessio.
Poi molto strano mi sembra l'atteggiamento trovato nel momento in cui il giovane si trova ad affrontare gli esami di settembre per cercare di non perdere l'anno:addirittura supera brillantemente le ammissioni per due classi successive alla sua,ecco questo dimostra come sia in grado di ottenere ottimi risultati ma come manchi essenzialmente la voglia e l'impegno per mantenere costante questo,inoltre non condivido la scelta di abbandonare a metà proprio gli esami per togliersi piccole soddisfazioni in campo d'amore.
Beh mi sembra di aver espresso qualche considerazione...spero che qualcuno possa anche ritrovarsi con quanto detto...
intanto vi risaluto...e ai prossimi commenti....
Serena
Buongiorno a tutti!
RispondiEliminaDevo dire che leggendo questo romanzo ho in piccola parte conosciuto il mondo nel quale, probabilmente, hanno vissuto i nostri nonni, un mondo piegato dagli sconvolgimenti politici ma, tuttavia, più puro del nostro, a quanto pare. Da ciò che sono riuscito a cogliere, secondo me la grandezza di questo libro è data dall' abilità dell' autore nel creare una sorta di cornice di temi intorno a quello principale dell' amore; temi come quello politico, quello dell' amicizia o quello delle relazioni familiari, infatti, concorrono tutti alla formazione della persona di Alessio, che vive una trasformazione interiore che riguarda sia il modo di osservare ciò che lo circonda, sia, di conseguenza, il modo di amare e la concezione dell' amore che egli ha. Inizialmente Alessio vede l' amore in modo, per così dire, infantile: egli sogna, immagina una storia d' amore che di concreto, però, ha molto poco. A consolidare questa visione un po' fantastica dell' amore c' è anche l' amico Tarquinio, che favoleggia sulla figura della bellissima Zobeida. Tutto questo avviene, però, nella prima parte del libro, che, a mio avviso, termina quando, in seguito allo sciopero organizzato dai ragazzi e allo scarso rendimento, Mainardi viene bocciato e torna a casa dei suoi genitori. A questo punto della narrazione avviene la vera riflessione interiore di Alessio, che parte da basi politiche, per andare, successivamente, ad intrecciarsi con la riflessione sull' amore. Gli ideali antiborghesi in cui egli crede lo spingono a “disprezzare” il lavoro del padre e ad apprezzare, invece, la figura dell' operaio, del lavoratore; ecco, quindi, che, nonostante si professi fascista, le sue idee non lo sono pienamente, anzi, sembrano ad un certo punto avvicinarsi molto di più a quelle del socialismo, verso il quale si esprime positivamente. Sempre in questa parte della narrazione emerge un altro tema che bisogna sottolineare, ovvero il rapporto che Alessio ha con i genitori, che in un certo senso è simile a quello che viviamo noi oggi, ma presenta alcune differenze; come molto spesso capita, soprattutto nel periodo dell' adolescenza, Alessio vede nei suoi genitori una sorta di “nemico”, non da combattere, ma semplicemente che gli si oppone davanti in ogni discussione. Il rapporto che corre tra il ragazzo e i genitori, tuttavia, appare molto freddo e distaccato, non vi è un confronto tra le due parti, è una relazione univoca. L' unico aspetto che in Mainardi non cambia è l' amore per Giovanna, che lo spinge addirittura, grazie anche al consiglio della sorella (verso la quale, in certi casi, sembra essere malfidente), a impegnarsi negli studi per recuperare e potersi ritrovare nella medesima classe. Al ritorno dalle vacanze, però, tutto cambia; tale cambiamento prende inizio da Tarquinio che si dimostra molto cambiato e maturato, non più un sognatore, come prima, ma una persona che osserva la realtà con concretezza. Per Alessio questa svolta “radicale” avviene con l' incontro e l' unione con Zobeida. Questo personaggio sconvolge la parte razionale del ragazzo, che sembra quasi cadere in uno stato di confusione, tanto che a volte cerca di fondere Giovanna con Zobeida o, almeno, spera che ciò possa succedere. Ora Alessio non sogna più, come in precedenza, l' amore, ma lo cerca fisicamente.
Personalmente, il libro mi è piaciuto abbastanza, anche se devo dire che ho preferito la seconda parte della narrazione, il dopo-sciopero, probabilmente per il ritmo un po' più veloce e forse anche perché la prima parte si basava su ragionamenti e riflessioni basate su basi poco realistiche.
Alex
Cari Serena e Alex,
RispondiEliminasiete proprio i coraggiosi della classe! Grazie per aver rotto il ghiaccio ancora una volta e per le vostre considerazioni approfondite e personali, che denotano una lettura attenta e critica del romanzo.
Mi auguro che, passato ferragosto, tutti gli altri si facciano sentire...in massa! E ricordo che non è necessario commentare tutti i punti, basta anche soffermarsi su di uno, su quello che ha colpito di più, potrebbe essere anche una frase, un capitolo, un passaggio del romanzo...
Forza, ragazzi, esprimersi su di una lettura, confrontarsi con gli altri, è una grande possibilità di crescita e di arricchimento reciproco! Perchè non coglierla?
Attendo...
Elisa Carrà
Ciao a tutti,
RispondiEliminail protagonista di questo libro sembrava un mio coetaneo infatti credevo che fosse una mia amica che mi stava raccontando le avventure di un ragazzo conoscente di entrambe. Questo poichè Alessio è molto simile a noi e sembra invissibile la differenza di epoca in cui si sono svolte le sue avventure e le sue riflessioni. Proprio per questo i suoi più grandi problemi proposti anche dall'autore sono: l'amore, l'amicizia, la famiglia e la scuola.
Un'altra osservazione che leggendo il libro mi è passata nella mente è che la storia è divisa in due parti molto in contrasto tra loro.
Nella prima parte ci troviamo davanti ad un protagonista che è molto legato ad un suo coetaneo che è anche il suo compagno di camera (Tarquinio), che è molto innamorato di Giovanna una ragazza che frequenta la sua scuola soltanto la classe dopo di lui e che ha molti problemi con la scuola.
Nella seconda parte invece troviamo un ragazzo diverso che si allontana dal suo amico a causa di dicerie e di un trasloco, che ha una specie di relazione con una donna facile (Zebeida) a causa della quale perde gli esami orali che aveva deciso di dare per passare più tempo con la sua amata Giovanna.
Queste due parti sono divise dall'estate che passa nel suo paese natale con la sua famiglia e in cui il protagonista fa molte riflessioni sulla vita di campagna e soprattutto della vita degli operai.
Però non riesco a capire il motivo di tutti questi cambiamenti, perchè una persona si possa allontanare da un amico con cui passava molto tempo, perchè una persona va con una donna facile anche se ne ama un'altra.
Al prossimo commento
Elena
Nell’attesa che qualcuno si faccia sentire, mettendomi nei panni di lettrice, vorrei anch’io esprimere alcune considerazioni sul romanzo. Riprendo tre passaggi del libro, che mi sembrano particolarmente significativi.
RispondiEliminaIl primo è il viaggio di ritorno da Siracusa alla “Campagna delle fornaci” che Alessio compie d’estate, dopo essere stato sospeso dalla scuola, a causa dello sciopero. E’ un viaggio reale ed interiore nello stesso tempo, esperienza di distacco e di ritrovamento, occasione di nuove consapevolezze. “E capii di nuovo che cos’era partire anche se non per una guerra e dover stare un pezzo fuori del mio mondo, tre mesi e forse quasi quattro: un pezzo senza attraversare più i miei giardini”.
Esperienza di distacco, prima di tutto: dalla scuola e dall’impegno politico, dagli amici e in particolare dall’amico Tarquinio, in un gesto di congedo freddo e distaccato, da Giovanna, compagna di scuola appena sfiorata ma già idealizzata, oggetto di amore immaginato, legata al pegno di un fiore, un garofano rosso. “Fu pomeriggio, furono le tre, poi le quattro, e io non avevo più Giovanna…”
Esperienza di viaggio in treno, di rivisitazione del paesaggio dell’infanzia, con le sue presenze e le sue voci: oltre alle voci dei ferrovieri “il fremito profondo delle cicale”,la vista del mare e delle saline,poi la sua scomparsa, le soste in mezzo agli alberi, sotto “il fogliame dei castagni”, la vista dei cantonieri, i canneti, a volte il venir meno di ogni voce, poi il paese dello zolfo, la “vista di alture cosparse di gialli splendori”.
Esperienza di recupero dei legami famigliari, nella loro forza e nella loro durezza: l’attesa del fratello Guglielmo alla stazione e la sorpresa della sorella Menta, la gioia che proprio lei fosse venuta a prenderlo, la voglia di sciogliere la tensione nel pianto, la bellezza di procedere “lenti al passo senza più una parola mentre l’ultimo sole sbiadiva sopra l’immensa pianura di cotone”. E poi la complicità con Menta, il sostegno e l’aiuto nello studio, la comprensione profonda dei moti del cuore, le confidenze e le rivelazioni sull’amore per Giovanna. Ma esperienza anche dolorosa nel rapporto con i genitori, di durezza, di lontananza, di insensibilità, di fatica nel dialogo che diventa vera e propria incomunicabilità (come non provare una stretta al cuore al leggere di Alessio mandato a letto senza cena, la sera d’arrivo a casa, di fronte ad una tavola imbandita?), di sentimento di estraneità (“Mi intimidiva. La sentivo estranea a tutto quello che avevo dentro”riferito alla madre), fino alla presa di coscienza dell’impossibilità di una vita accanto a loro: “E senza più dire altro, né lui, né mamma, lasciarono che restassi fermo un pezzo in mezzo alla stanza, a meditare come era proprio finita la possibilità di vivere vicino a loro”.
Esperienza di memoria, di ricordi degli anni, mitizzati, dell’infanzia, dei giochi con i fratelli (“Mi ricordavo di quando si era assai più ragazzi e si dormiva tutti in una camera vicino ai genitori…” ), della felicità provata nella casa del nonno, del meraviglioso odore di biscotti preparati da una zia quasi ragazza, del favoleggiare circa il grande amore ch’era stato e che era dei genitori.
RispondiEliminaEsperienza di nuove sfide personali, su stimolo della sorella Menta, la decisione di prepararsi da solo agli esami di ottobre e il voler superare due anni, l’appassionarsi in modo nuovo allo studio, lo scoprire da solo la bellezza dei grandi classici, di Omero e di Luciano, il loro parlare al cuore al di là delle regole di morfologia e delle richieste della prof. Sempresei.
Esperienza, ancora, di nuova consapevolezza circa la condizione degli operai, di interrogativi riguardo il loro più o meno stare bene, di presa di coscienza della loro “offesa”.
Esperienza, infine, di scoperta di un nuovo dialogo con l’amico Tarquinio, non più quello delle parole vis a vis, ma quello delle lettere: la rivelazione del senso di solitudine provato dall’amico in assenza di Alessio, i racconti sulla poca voglia di studiare, ma soprattutto le dissertazioni sulle donne, le domande su Giovanna, le confidenze sul proposito di conquistare Zobeida, prostituta affascinante, avvolta nel mistero. Dialogo attraverso le parole scritte che permette ad Alessio di prendere ulteriore coscienza di altri tratti di sé: “Tu non sai quello che vuoi, accidente di un ragazzo!” , come in ogni vero rapporto che mette in comunicazione un io e un tu.
C’è davvero tutto in questo viaggio e in questa sosta di Alessio nella campagna delle fornaci. C’è il bambino e l’adolescente, c’è già il futuro uomo. Ci sono gli affetti più intensi legati al paesaggio, ai fratelli, ai parenti, ad un nuovo gusto dello studio; c’è uno sguardo di scoperta sul mondo e sugli uomini, quelli che lavorano per gli altri; c’è il senso di nostalgia per la città dalla montagna rosa, per un amore appena accarezzato ma già vivo, per l’amicizia più vera; c’è la sofferenza e il desiderio di scappare; ci sono le prese di coscienza, il disvelarsi della realtà, l’intuire il futuro. C’è la solitudine e l’infelicità.
C’è davvero tutto, tutto quello che basta per crescere.
Elisa Carrà
Haloa ragazzi, Salve prof.
RispondiEliminaMi davate per disperso? O forse credevate mi fossi dimenticato di voi? No, no!!!
Eccomi qui anche io in questo forum, forse con un po’ di ritardo, ma sono stato spesso in vacanza e non ho avuto molto tempo. Ora però che sono qui mi metterò di buona lena per recuperare e mettermi al passo con li altri.
Il libro “I cani e i lupi” non sono ancora riuscito a leggerlo causa biblioteca e penso che ormai me lo terrò per ultimo.
A parte questo io ho trascorso delle splendide vacanze e mi auguro anche voi!
Ora, però, bando alle ciance e spero di dare pure io, come ho letto quello dei miei compagni, un buon contributo alla discussione.
A mio parere questo libro, come già scritto da Serena, Alex ed Elena, si può dividere in due sequenze principali, la prima dura fino alla fine dell’anno scolastico conclusosi con lo sciopero e la bocciatura, la seconda prende inizio al ritorno nella città dopo le vacanze trascorse a Siracusa, che secondo me sono un collegamento tra le due sequenze principali. Ho trovato il romanzo molto scorrevole dal punto di vista linguistico e non la lettura non mi è parsa per nulla pesante e difficile. Il racconto mi è sembrato molto coinvolgente, soprattutto nella seconda parte, nella quale il ritmo diventa più incalzante e gli avvenimenti sovrastano i lunghi pensieri del protagonista, che nella prima parte prevalgono.
Sono rimasto impressionato soprattutto dalla condizione dei ragazzi nell’epoca in cui è ambientato il romanzo: gli studenti non hanno sempre possibilità di studiare vicino a casa e spesso sono costretti a trasferirsi, abbandonando la famiglia, per andare a vivere, durante tutto l’anno scolastico, in pensioni cittadine, per aver la possibilità di assistere alle lezioni e per terminare gli studi superiori. Al giorno d’oggi, coloro che fanno questa vita sono gran pochi e spesso lo fanno per scelta, anche avendo scuole vicine. Per questa ragione Mainardi non ha un gran rapporto con i genitori ed i fratelli che vede solamente per qualche mese l’anno, ma, per lui, si può dire che la vera famiglia si quella di amici e compagni di scuola, con i quali trascorre quasi tutte le giornate. Tarquinio, il suo migliore amico (soprattutto nella prima parte del racconto), secondo me, è per lui molto più di un amico: per il protagonista è come un fratello e, avendo qualche anno in più, anche un maestro di vita. La scuola, per tutta la durata del romanzo, è una questione di secondo piano per il protagonista; infatti nella prima parte viene messa in secondo piano da lui da questioni politiche, sfociate in uno sciopero e nell’occupazione della scuola che ne provocano la bocciatura. Nella seconda sequenza, invece, sono le questioni amorose ad influenzare il rendimento scolastico, a causare la mancata promozione agli esami per l’ammissione alla terza liceo ed a rendere vano il grosso impegno estivo nello studio. Io non condivido affatto queste sue scelte credo che la maggiore priorità per un ragazzo di questa età sia al successo scolastico, anche se spesso non è semplice da raggiungere.
Stefano
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RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaBuon pomeriggio a tutti,
RispondiEliminacome prima cosa devo dire che questo libro non mi è piaciuto e l’ho trovato un po’ complicato da comprendere. Sarà anche il fatto che lo leggevo di sera, ma spesso dovevo tornare indietro di qualche pagina per capire cosa era successo, perché mi sembrava di trovarmi di punto in bianco in un'altra situazione, senza collegamenti con quella precedente.
Dopo tutto, però, ho trovato il personaggio di Alessio molto interessante per la moltitudine di sfaccettature della sua persona durante il romanzo.
I principali temi del romanzo e i principali interessi del protagonista sono: la politica, l’amore, gli amici, la famiglia e la scuola . Rispetto alla politica, mi è sembrato più un ragazzino che cerca di diventare subito adulto e quindi si circonda di amici più grandi di lui, va alle manifestazioni e cerca di farsi vedere più di quello che è, piuttosto che una persona con propri ideali politici. Infatti le idee del fascismo non sembrava fossero ben radicate in lui, tanto che, quando va dai genitori gli sorgono mille dubbi, venendo a contatto con la classe operaia. Questa indecisione poi se la porterà avanti per tutta la vicenda finché il suo interesse per la politica sarà quasi nullo e tutti i suoi pensieri si saranno spostati su Zobeida.
Dalle prime pagine insieme al filone della politica parte quello dell’amore. Inizia con l’amore per Giovanna, una sua compagna di scuola, che un giorno gli regala un garofano rosso e gli da un bacio. Quel gesto è stato come una scintilla nel cuore di Alessio, che si porterà dietro per tutto il romanzo.
La ragazza non ha un ruolo attivo nel romanzo, è una presenza che il protagonista non vede quasi mai, ma influisce molto sulle sue decisioni e nei suoi stati d’animo. Il rapporto con Giovanna è idealizzato, l’unica cosa concreta di ciò è quel garofano che Alessio custodisce con molta gelosia. Dopo il ritorno dalla casa dei suoi genitori inizia il rapporto con Zobeida, una donna più grande del ragazzo, con cui ha una relazione carnale e concreta. Lui è l’unico che ha il permesso di stare così tanto con la prostituta, complice il fattore che l’amore è reciproco. Questo è dimostrato dal ruolo quasi di madre che assume lei quando Alessio si ammala mentre è a casa della donna.
Una cosa che ho visto abbastanza simile ad ora è il rapporto dei ragazzi verso la scuola. In primo luogo, il menefreghismo verso lo studio da parte di alcune persone, le quali hanno interessi solamente al di fuori dell’ambito scolastico e che prendono la scuola unicamente come un peso. In secondo luogo, il rapporto coi professori: quello di alcuni è rispettoso ed educato, mentre quello di altri, tra cui Alessio, è molto scorretto.
Mi è rimasto impresso il soprannome dato ad un professore: “la sempresei”, in effetti spesso anche noi studenti del 2010 abbiamo l’impressione che alcuni docenti diano sempre lo stesso voto senza tenere conto dei miglioramenti o dei peggioramenti dell’alunno, ma sinceramente non pensavo di ritrovare questa situazione in un romanzo di settant’anni fa. Quindi, in un certo modo, in quel momento, è come se la storia fosse ambientata ai giorni nostri.
La parte che mi è piaciuta di più è quella della permanenza di Alessio a casa dei suoi genitori e del rapporto con sua sorella, il quale è diventato molto forte e profondo dal momento che i suoi genitori si rifiutavano di parlargli. Menta è, infatti, l’unica che riesce a comprenderlo e a confortarlo insieme alla compagnia dei fratelli.
Come ultima cosa, devo dire che il personaggio caratterialmente non mi è piaciuto, forse anche per questo non l’ho trovato interessante come romanzo. Mi è sembrato, in molte situazioni, troppo sicuro di sé e sognatore, come all’inizio che continua a dire: “So che Giovanna mi vuole bene”. Anche l’amicizia con Tarquinio, spesso, mi ha dato l’impressione di essere falsa, sia dalla parte di Alessio sia dalla parte di Tarquinio. Non so esattamente come giustificare queste affermazioni, ma, mentre leggevo il libro, mi sembravano chiare, è stata come una sensazione.
Beatrice
Il secondo passaggio che vorrei riprendere riguarda il personaggio di Tarquinio e l’esperienza d’amicizia che lo lega ad Alessio, un “filo” che, insieme a quello amoroso, politico, scolastico, attraversa il romanzo.
RispondiEliminaCompagno di pensione, studente autodidatta in seguito alle numerose bocciature, si distingue dagli altri ragazzi oltre che per il prepararsi da esterno agli esami, anche per il fatto che d’estate rimane in città a godersi il mare e la vita mondana. Dopo la sua presentazione all’inizio del capitolo II, segue la narrazione dell’avvio dell’amicizia tra i due, attraverso il richiamo ad un luogo, reale e simbolico, quello della cava,così descritto da Alessio: “non solo la bottega (del tipografo), ma quell’ora speciale di buio e di lumi accesi,[…]e tutte le cose che avevamo da dirci, là dentro, rosicchiando castagne secche, di donne, di terre, di bastonate, d’aeroplani, d’automobili, di gioco del calcio, di libri e di avvenire. Era quello che avevamo in comune”.
Un ‘amicizia che si sviluppa attraverso l’alternanza di momenti di vicinanza e di altri di lontananza, di esperienze condivise e di altre difficili da esprimere: i giorni intensi dello sciopero, ma anche la freddezza del saluto di Tarquinio, dal balcone, alla partenza di Alessio, le confidenze, le lettere, le teorie sull’amore, la confessione del desiderio e del proposito di conquistare Zobeida, di ottenere il bene di “questa donna perduta” , ma anche di tutto il bene provato per l’amico. Così scrive Tarquinio ad Alessio in una delle lettere: “Mi sembra di non averti mai voluto tanto bene come ora… E ti insegnerò a sapere quello che vuoi, ti aiuterò a schiarirti il cuore, ti aiuterò anche materialmente se ne avrai bisogno…”. Al di là del tempo passato insieme, è evidente in Tarquinio la misura del legame con Alessio, tanto da trovare la forza per esprimere a chiare lettere l’intensità di questo affetto. Insolita rivelazione per due adolescenti maschi, evidenzia l’importanza di imparare a chiamare per nome, a dirsi, senza vergognarsene, i sentimenti che abitano l’animo.
E’ un’amicizia che conosce anche il dubbio del tradimento, quando ad Alessio arriva una lettera in cui l’amico Gulizia lo avverte che Tarquinio insidia Giovanna e che i due si sono già baciati. Un rapporto capace anche di far provare ad Alessio un sentimento di delusione e di abbandono, quando, al ritorno da Siracusa, non trova nessuno ad aspettarlo alla stazione, ma soprattutto non trova più l’amico nella pensione dove insieme alloggiavano. Passaggio importante nella storia di questa amicizia. Quando i due si ritrovano, Alessio ha la percezione che qualcosa sia finito tra loro, trova l’amico cambiato, non crede alle sue parole sulla necessità di fare dei passi da soli per cominciare a diventare grandi … Di qui il senso di vuoto che prenderà in seguito Alessio e che egli tenterà di colmare immergendosi nella relazione con Zobeida, con chiara consapevolezza: “Era il vuoto di ogni volta che avevo lasciato lei per tornare al mio vecchio mondo di ragazzo e che ogni volta avevo creduto di riempire correndo di nuovo a lei: il vuoto dell’amicizia perduta, e del bene che non avevo detto”. Il ritrovarsi dei due alla fine del romanzo, durante un funerale, ha il sapore di un sorriso non vero. Il lancio nell’acqua della pietra avvolta da un fazzoletto macchiato di sangue, conferma della relazione tra Tarquinio e Giovanna, gesto simbolico con cui il romanzo si chiude, sancisce ancora una volta il legame e la distanza tra i due ragazzi, il percorso parallelo ma anche personale compiuto da entrambi.
Una storia di amicizia dai passaggi intensi, nella quale è impossibile, almeno in qualche tratto, non ritrovarsi.
Il terzo e ultimo aspetto su cui vorrei soffermarmi, sempre dalla parte di lettrice, e di lettrice donna, è il rapporto dei protagonisti maschili con le donne. Giovanna e Zobeida rappresentano certo due stereotipi femminili, la donna angelo e la donna di carne, la femme fatale, spesso ricorrenti nella letteratura dalla seconda metà dell’Ottocento al Novecento. Si pensi a Maria Ferres e ad Elena Muti nel Il Piacere di D’Annunzio, ad Amalia e ad Angiolina in Senilità di Svevo, solo per citare alcuni esempi di autori italiani. In ogni caso, al di là degli stereotipi, interessante è il percorso di maturazione affettiva, non solo sessuale, compiuto da Alessio, in quelle ore trascorse nascosto nella stanza di Zobeida, la scoperta, via via, di un sentimento di bene, di affetto, di amore per lei, oltreché di desiderio di lei. Alessio sembra trovare pace alla sua inquietudine solo quando appoggia la sua testa sul grembo di Zobeida, quasi in un abbraccio, in un gesto di accoglienza e di abbandono di tutta la sua persona, oltre le parole.
RispondiEliminaPerò colpisce, mi ha colpito nel romanzo, la prospettiva attraverso cui si guarda alle donne: terra di conquista, luogo da espugnare, trofeo da esibire. Molto ricorrenti nel romanzo sono i verbi “prendere”, “ottenere” “avere” pronunciati dai personaggi maschili in riferimento alle donne. Certo delle donne si finisce poi di innamorarsi, ma esse sono prima di tutto oggetto di cui impossessarsi. E’ vero che il romanzo va contestualizzato nel periodo in cui è scritto, che di quel periodo riflette la mentalità, ma lo sguardo attraverso cui si guarda alle donne è solo da parte maschile e di tipo militaresco, direi.
Voi, lettrici e lettori, che ne dite?
Ciao a tutti!
RispondiEliminaper prima cosa devo dire che questo romanzo mi ha colpito molto, perché analizza a 360° l'animo e i sentimenti di Alessio.
Ed è proprio Alessio il personaggio che mi ha colpito di più; lui si trova in un periodo di forte cambiamento: da una parte c'è il mondo dei bambini, che gli ha già detto tutto, o forse troppo; dall'altra parte c'è il mondo degli adulti: un mondo all'apparenza sconfinato che è come un faro ai suoi occhi. Alessio sta muovendo i primi incerti passi in questo nuovo mondo e, per me, si sente come Alice quando entra nel Mondo delle Meraviglie: intimorito, ma deciso a "vedere quant'è profonda la tana del Bianconiglio"...
Alessio, cercando di mostrare la sua maturità impegnandosi politicamente, si unisce al movimento fascista, di cui, però ne stravolge gli ideali cercando di interiorizzarli. Molto importante per lui è anche l'amicizia con Tarquinio che vede quasi come un fratello maggiore da rispettare e anche da emulare. Insomma il Mainardi ha il suo mondo: da una parte c'è Tarquinio e il fascio, mentre dall'altra parte l'odiata scuola e la famiglia lontana.
Ad un certo punto, però tra le maglie delle sue certezze si insinua la lama tagliente dell'amore,quel garofano rosso scatena una tempesta nel placido lago della sua mente.
Sono queste due figure, Giovanna e Zobeida, per quanto opposte, che sono i motori della crescita di Alessio; è Giovanna che gli fa riprendere gli studi, mentre Zobeida gli fa conoscere il mondo vero. Anche se le due suscitano sentimenti opposti nel protagonista e lo spingono in due opposte direzioni, sono comunque necessarie alla sua evoluzione.
Per ora non mi viene altro, forse perchè è già stato detto molto, o forse perché ho letto questo libro quasi 2 mesi fa...
Alla prossima
Ricordo a tutti di firmarsi! Chi sei... Tambugk???
RispondiEliminaSe Tambugk non è Enrico Tamburini, credo che potrei darmi al suicidio per aver perso una delle poche certezze che avevo nella vita. Non so, un po’ come quando Leoni mi ha detto che 1 + 1 faceva… Boh, non mi ricordo, centrava l’informatica però.
RispondiEliminaIniziamo.
Ed ecco che, con un passo leggero, con una danza allegra, con un largo movimento delle braccia, la lieta figura appare, protraendosi in un dolce inchino.
“ Salve, Gente del mondo,
il mio commento ora giace in fondo.
La mia ora è arrivata,
sarà il mio commento una gran figata?
Mah, sinceramente, dubito.
Sono qui per narrarvi del bel Mainardi
che, lasciate le natie fornaci a mò dei bardi,
si diresse impavido verso un futuro di studente,
la sua mente vuota, il suo cuore ardente.
E qui incontrò la regal Giovanna,
a cui per far la rima accosterò la panna.
Labbra contro labbra in un sol momento,
e poi più nulla: tutto perso nel vento.
La vita fascista tra Cava e Pensione,
Alessio vive con forte passione,
finché per la sua audacia eccesiva,
viene bocciato con una missiva.
Torna Rampante alla sua Fornace,
padre malato, a letto e incapace.
Operai di mattoni nel cuore fan breccia,
l’estate corre come una freccia.
Al ritorno, nulla sembra più buono:
Tarquinio ormai sé fatto uomo,
dei Turchi infestano dell’amico il letto,
vivendo in sette sotto lo stesso tetto.
Ed ecco che appare, angelo dal cielo,
una donna di malaffare ricca di zelo,
suscitando in lui l’amore sereno,
finchè la droga non le ritrova in seno.
Ed ecco che infine, tra un funerale,
si trova privato di ciò che per lui vale,
rosso, profumato, era sempre indosso,
ora chissà dov’è quel Garofano Rosso.
Terminata la parte in rima, ecco che commento più bello di prima!”
Ho letto i commenti e sono stati analizzati a fondo davvero molti aspetti: l’amore di Alessio verso Giovanna prima, verso Zobeida poi, la scuola, la famiglia, l’amicizia… perciò mi concentrerò nell’esprimere le mie considerazioni circa due aspetti che più hanno catturato la mia attenzione, a partire dalla rinuncia di Alessio a sostenere gli esami orali. Innanzitutto… Il sistema scolastico attuale, di norma, non penso che preveda un salto di due classi con il superamento di esami scritti e orali che verifichino le conoscenze dell’alunno, addirittura dopo che questi abbia ricevuto una bocciatura; la cosiddetta “perdita dell’anno”, infatti, denota una non adeguata preparazione per essere ammessi alla classe successiva. Quel Mainardi deve aver avuto delle motivazioni molto forti per trovare la volontà di passare da una prima ad una terza liceo classico, e noi sappiamo che tutte queste sono unicamente riconducibili a Giovanna. Gli esami scritti vengono superati in modo eccellente dal ragazzo che, nonostante tutto, non si presenta agli orali: è stato catturato dalla trasgressiva passione per Zobeida. Ora, è chiaro che il protagonista non sia privo di intelligenza, anzi, sarebbe molto portato per la scuola CON un minimo di impegno. Molto spesso mi capita, e come a me penso anche a molti altri, di cercare degli incentivi per ottenere dei buoni risultati scolastici e a volte, purtroppo, quegli stessi incentivi si trasformano nell’unico motivo per cui vale la pena faticare. Quello che mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca è il fatto che Alessio Mainardi si sia arreso a metà dell’opera e… per cosa? Per quella passione che, in QUEL momento, lo aveva travolto. Non vale la pena di rinunciare alla scuola, che può, che deve essere una certezza per il proprio futuro, a favore ad esempio di un amore che esiste in QUEL momento ma potrebbe svanire nel nulla da un giorno all’altro. E allora non si potrà più tornare indietro, quando si saranno messi in secondo piano gli studi: un anno perso è pur sempre un anno andato della propria vita.
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RispondiEliminaIl secondo aspetto che volevo analizzare riguarda la donna come oggetto di cui impossessarsi.
RispondiElimina“Te ne infischi tu di tutto questo, non è vero?” disse. “Ma ricordati: ci sono uomini che sarebbero orgogliosi solo di metà di questo che ti ho dato, solo di metà…”
E la prese un gusto da grande che spaventa i piccoli. “Uomini che ti mangerebbero il fegato se sapessero…”
Pur sembrava sincera: davvero piena di rancore contro di me per esserle piaciuto e averla trascinata a qualcosa che le avrebbe fatto male; soprattutto spaventata di questo qualcosa come di essere stata impudica. E pensai incantato che forse avevo avuto davvero lo sconosciuto e intenso. Le donne non volevano darlo, avevano qualche misteriosa ragione di non darlo, e lottavano con gli uomini per non darlo, ma, ecco, io lo avevo avuto.
Questo passaggio del romanzo mi ha molto colpito. Di solito penso alla maggior parte degli uomini come a dei cani che vogliono marcare il territorio. Tuttavia, ci sono casi in cui è la donna stessa a voler donarsi, a voler fare possedere se stessa dall’uomo. È il caso di Zobeida, in un certo senso. Perché in un certo senso: io penso che Zobeida l’abbia fatto perché aveva visto in Alessio quel bambino innocente che era e abbia così voluto fargli provare quello che lei conosceva e che a lui, invece, era ancora estraneo. E Alessio in questo frangente mi appare come un bambino che sta avendo una motivazione per crescere, un BAMBINO che non si rende conto della fortuna che ha; ci sono UOMINI che darebbero qualsiasi cosa per essere al suo posto. Questo punto del libro mi è rimasto impresso anche perché mentre lo leggevo ho odiato il personaggio di Alessio Mainardi: mi sembrava troppo incosciente e inconsapevole di quello che aveva fatto.
Ho trovato molte difficoltà, inizialmente, nel leggere il romanzo ma, una volta cominciata la seconda parte, mi sono dovuta ricredere.
Valentina
Complimenti a Francesco per il suo commento in poesia, davvero bellissimo!
RispondiEliminaE grazie a Valentina, per i suoi commenti analitici,espliciti, sentiti,personali,per il suo odio-amore verso Alessio Mainardi...!
Rieccomi!
RispondiEliminaSpero vi sia piaciuto il mio… il mio… non so cosa sia, insomma, chiamatelo come volete… Di certo non presenta alcun accorgimento metrico né è possibile inserire quell’obbrobrio lì sopra tra una delle forme poetiche usate dai Grandi. Considerato che sono riuscito a scrivere un paio di rime ovvie e facili, ora mi ritengo in grado di scrivere i testi di Fabri Fibra.
Direi che ora è il momento di analizzare il romanzo con maggiore accuratezza...
Visto che prima non l’ho fatto, preso dalla vena poetica (?), approfitto di questo paragrafo per salutare tutti i miei compagni e per augurare buona fortuna a coloro che devono confrontarsi con gli esami. Spero abbiate passato tutti delle vacanze rilassanti e siate pronti a sorbirvi la mia presenza a scuola nei mesi a seguire. Ciao!
Riguardo ai libri, che dire… Questo non è l’unico che ho letto. Solo che, essendo quello che mi è piaciuto di più, ho voluto commentarlo per primo. Il mio ritardo è dovuto ai continui spostamenti tra Trieste, Lecce, Cortina, che mi hanno impedito di dedicarmi alla scrittura di un commento decente.
Passando al Garofano Rosso, penso che commenterò l’aspetto che più mi ha interessato, ossia l’esperienza amorosa affrontata dal protagonista. Questa muta con il passare del tempo, evolvendosi da infantile a matura, evidenziando il cambiamento dell’animo di Alessio.
Questo cambiamento però, non avviene come nell’amico Tarquinio, spontaneamente, per via di una riflessione personale, ma per riflesso, come conseguenza del rapporto con persone più adulte. La relazione con Zobeida, il distacco da Tarquinio che ormai è divenuto uomo, la presa di coscienza dell’inconsistenza del sentimento per Giovanna, incidono sulla psiche di Mainardi, modificandone il carattere. Non è lui che sceglie di pensare in maniera più adulta, lui si sente ancora un ragazzo, sono le circostanze che lo fanno crescere velocemente, distaccandolo da ciò che era prima delle vacanze estive e anche dai suoi pensieri durante quest’ultime. Il cambiamento secondo me risulta essenziale per permettergli, nella ultime pagine del romanzo, di “riconciliarsi” con Tarquinio, ponendo forse le basi per una rinnovata amicizia negli anni che seguono la fine del romanzo. Lo snodo della trama è, a mio parere, collocato appunto in quei pochi giorni passati con la prostituta, che sconvolgono le convinzioni del protagonista. Riesce a provare del Bene non solo per la sua Giovanna, da lui quasi angelizzata, ma anche per una donna di malaffare come Zobeida. Tutto i sogni che gli avevano riempito la mente fin a quel momento si dissolvono, lo stesso Garofano sembra perdere il suo valore davanti alla bellezza della bionda, segnando così la fine dell’amore per Giovanna e del periodo adolescenziale di Alessio.
RispondiEliminaIl libro mi è piaciuto, specialmente per la complessità di alcuni ragionamenti del protagonista e per il mutare improvviso dei sentimenti che prova, che lo travolgono da un momento all’altro. Questi cambi repentini, dovuti anche a un piccolo gesto, a una parola, mi hanno ricordato la mia stessa persona, che ho rivisto molto spesso nelle azioni di Alessio leggendo il Garofano Rosso.
RispondiEliminaSaluti a tutti, spero che la lettura di questo commento vi diletti quanto ha dilettato me scriverlo.
Scusate ancora per l'aver spezzato il commento in tre pezzi, ma non riuscivo a inviare senza utilizzare questo stratagemma.
Francesco T.
Perdonate se sono ripetitivo ma anche questo libo mi è piaciuto! Perdonate anche il fatto che le domande per facilitare il commento non mi piacciano e quindi non risponderò. Non sarà un gran commento questo. Volevo solo rispondere alla domanda più personale, se mi sono riconosciuto nel protagonista. Si, mi sono riconosciuto in molti comportamenti del protagonista sia delle ultime parti del libro, in cui è più maturo, sia soprattutto e purtroppo nella prima metà del libro. Non so dirvi quali così al momento, anche perché non ho il libro sottomano (giuro che l'ho letto il libro!!!). La necessità di crescita, questo è un sentimento in cui mi sono riconosciuto. Credo che tutti in ogni momento della propria vita dovrebbero voler crescere.
RispondiEliminaCommento povero, sorry.
Ciao a tutti!
RispondiEliminase devo essere sincera non stimolano molto neanche me le domande, quindi farò una considerazione un po' diversa. Questo è stato un libro che mi ha portato a riflettere molto sul modo di pensare e di agire degli adolescenti, che amano ribellarsi spesso contro la morale adulta e che rispecchiano il comportamento del protagonista soprattutto nella prima parte del libro; seguire la massa. I giovani d’oggi sono indotti a seguire la moda, e non solo gli ideali politici più popolari. Tutto ciò accade per non sentirsi diversi, a volte esclusi. Non prendere decisioni di propria iniziativa, ma seguire il gruppo, pensare le stesse cose, vestirsi allo stesso modo… quello che noi chiamiamo conformismo. Un continuo condizionamento comporta poi il non mettersi più in gioco, e quindi una mancanza di originalità, una sorta di monotonia. A mio parere il libro rispecchia bene questa condizione sociale, anche se vista con occhi di chi ha vissuto più di cinquant’anni fa.
So che non è un gran commento, ma contiene il succo della riflessione di un libro letto in due giorni. spero che l'aspetto da me sottolineato porti a riflettere anche altri.
beh, a domani allora!
Chiara
Ciao a tutti!
RispondiEliminaSono un po' indietro con i miei interventi e ho deciso di ripartire da questo libro.Devo dire che non mi pare di avere mai letto un libro come questo,che mescola una vicenda di un ragazzo di sedici anni a una serie infinita di riflessioni sull'esistenza,sulla vita,sull'amicizia.Ritengo che infatti tutti questi pensieri siano un po' troppo in contrasto con la vicenda di un ragazzo sedicenne.
Il risultato dal mio punto di vista è che,purtroppo,il libro risulta particolarmente noioso,e ciò mi dispiace visto che ho letto volentieri tutti gli altri.
Vorrei però dire la mia opinione su un punto del romanzo che mi ha colpito,seguendo uno degli spunti proposti e cioè : "Alessio e la famiglia. Che rapporto vive Alessio con i genitori, con la sorella Menta, con i fratelli?".
Il rapporto di Alessio con la famiglia mi è subito sembrato strano,forse perchè non conosco nessuno che viva un simile rapporto con i genitori.Conosco infatti storie di ragazzi che vengono maltrattati dai genitori,tuttavia non sapevo di genitori che vivono una vita completamente separata dai propri figli.
Alessio vive lontano dalla famiglia,come del resto era una volta frequente per chi studiava in un altro paese; ma i suoi rapporti con la famiglia sono pressochè inesistenti: a differenza di molti ragazzi che non passano l'anno a casa,egli non spedisce o riceve lettere dalla famiglia,o meglio l'unica lettera che il libro cita è del padre di Alessio,ma non è scritta come scriverebbe un padre a un figlio,è molto formale.
Anche quando Alessio trascorre l'estate a casa dei suoi,egli vive nella sua camera,e nemmeno durante i pasti conversa decentemente con la famiglia.
L'unica persona vicina ad egli è la sorella Menta con la quale ha un buon rapporto,lei è disposta ad aiutarlo negli studi ed Alessio le è riconoscente e gli piace stare con lei,anche se i due non si confidano i più personali segreti.Per esempio Alessio non le parla di Giovanna,e lo fa anche perchè ha paura che la sorella a sua volta gli confidi i suoi tormenti amorosi.
Infine gli altri fratelli di Alessio sono troppo piccoli per vivere un vero rapporto con lui:essi lo riportano con la mente a quando anche lui era piccolo,ma ormai lui sa di vivere un'altra situazione.
Il risultato di ciò è che la persona con cui Alessio comunica di più durante l'estate è l'amico Tarquinio,che gli spedisce una grande quantità di lettere.
Io credo che bisognerebbe soffermarsi sulla difficile scelta fra l’amore puro (Giovanna) e l’amore sensuale (Zobeida). Entrambi hanno avuto vita breve: Zobeida essendo una prostituta non avrebbe mai potuto innamorarsi e Giovanna era destinata al volere del padre.
RispondiEliminaL’autore forse vuole idealizzare l’amore che Alessio prova per Giovanna per farci capire che gli amori più belli sono proprio quelli in cui alla fine non accade niente. Infatti anche quando la relazione con Zobeida termina, Alessio torna a pensare nuovamente a Giovanna e al garofano rosso, diventato ormai nostalgia di un mondo che non è più il suo; egli è cresciuto, è adulto e ha chiuso con l’adolescenza.
Questo romanzo può anche essere considerato una specie di protesta alle falsità e alle pomposità del fascismo.