
Siciliano, nato a Siracusa nel 1908, è primo di 4 fratelli. Figlio di un capostazione, trascorre l’infanzia in piccole stazioni ferroviarie, tornando a Siracusa solo per le vacanze. Di carattere inquieto, desideroso di esplorare il mondo, fugge da casa tredicenne, ripetendo più volte negli anni successivi questa esperienza. Nel 1924 si stabilisce definitivamente nel Nord.
La giovinezza è segnata da un’ansia di ribellione: viene espulso per scarso rendimento dalla scuola tecnica per ragionieri di Siracusa; viene chiamato in questura per la sua amicizia con Alfonso Failla che fa parte di un gruppo di anarchici in lotta contro lo squadrismo fascista; si innamora di Rosa, sorella di Salvatore Quasimodo, con la quale fugge per potersi sposare subito, celebrando il matrimonio nel 1927 e stabilendosi presso il fratello della moglie a Gorizia.
Quegli anni e quelli successivi vedono le prime collaborazioni di Vittorini con alcune riviste: grazie all’amicizia con Curzio Malaparte scrive articoli su “La Stampa”; pubblica sulla “Fiera letteraria” il primo racconto “Ritratto di re Giampiero”; nel 1929 comincia la collaborazione con “Solaria”, rivista nella quale pubblica racconti e recensioni di libri di altri scrittori. La giovinezza è segnata anche dalle letture per Joyce e Kafka e dall’interesse per la narrativa americana. Studia l’inglese e traduce Robinson Crusoe e, successivamente, le opere di Lawrence, Poe, Defoe, Steinbeck e altri. Nel 1929, grazie all’intervento del direttore di “Solaria”, realizza il sogno di vivere a Firenze, dove conta già molti amici e numerose collaborazioni. Nel 1931 inizia la collaborazione al “Bargello” e pubblica il suo primo libro di racconti, “Piccola Borghesia”, mostrando quella spregiudicatezza che caratterizzerà gli scritti e le esperienze successive.
Vittorini segue un percorso da autodidatta, che lo porterà a fondare la sua scrittura, più che sugli studi, sull’esperienza delle cose e del mondo.
Presentazione autore I parte
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