domenica 11 luglio 2010

Via ai commenti!

Buona domenica di sole, ragazzi! :-)

Allora, perchè non intervenite? So che qualcuno/a ha già finito il libro, per cui può cominciare a dire qualcosa! Forza, senza paura, esprimetevi sul romanzo!

Attendo con ansia i vostri post... :-)

Elisa Carrà

26 commenti:

  1. Ciao a tutti...
    se nessuno inizia proverò io.
    Il libro l'ho finito di leggere già da un po' ma non ho voluto commentare subito;avrei scritto che era piuttosto noioso e poco interessante.
    Invece,ripensandoci,è stato l'opposto.

    Una cosa che mi ha colpito sicuramente è stata la varietà di temi che l'autrice è riuscita ad affrontare;temi tra loro,allo stesso tempo, intrecciati ma anche affrontati singolarmente.
    Intendo dire che troviamo capitoli in cui si tratta essenzialmente l'amore,altri in cui vi è descritta la diversità di vita tra persone di una stessa famiglia ma di rami diversi,altri ancora in cui scopriamo due diverse città:Francia e Russia,ma tutto ciò è intrecciato in un unico filone inscindibile.
    Un tema trattato inizialmente,non scompare lungo il romanzo,anzi,riappare in seguito,tutto è essenziale allo svolgimento della vicenda.

    Appena iniziato sembrava uno dei soliti romanzi scontati,con un lieto fine in cui i due giovani innamorati,dopo varie esperienze,finalmente si ritrovano e vivono felici assieme;invece sono stata stupita dal finale che l'autrice ha scelto.
    Invece sembra addirittura un finale tragico,Ada,dopo esser stata sposata,aver divorziato per sposare Harry,il suo vero amore,rinuncia a tutto e tutti, e si ritrova a dover fuggire sola e a dover dimenticare tutto ciò che finora ha costituito la sua vita,ma tra le ultime pagine scopriamo che è nuovamente felice:può dedicarsi al suo bambino e alla sua passione,la pittura.
    Insomma è anche questo un lieto fine,ma insolito.

    Appena finito il romanzo mi sono fatta una domanda: “Cosa centra il titolo?”.
    Non avevo dato importanza alle righe in cui è realmente spiegato.
    L'ho capito solo leggendo la biografia dell'autrice e scoprendo che non è una storia totalmente inventata,ma che Irene Nemirovsky trae spunto dalla propria esperienza di vita.
    Ho così capito che il significato della metafora è ciò che più mi ha colpito.
    Affascinante è la descrizione dei diversi “tipi” di ebrei che convivono nella stessa città:”i lupi”,ebrei poveri,che utilizzano qualsiasi mezzo a loro disposizione per sopravvivere e raggiungere una condizione agiata e i loro simili ma selvaggi, “i cani”, ebrei ricchi,che vivono nell'insicurezza, nella paura di poter ricadere nella condizione di povertà da cui tanto faticosamente sono usciti e che si tengono a debita distanza e ignorano gli ululati “dei lupi”,quasi non riconoscendoli e non ricordandosi che fino a poco prima erano identici a loro.


    C'è molto altro da dire...
    Ho scritto quello che a me ha colpito di più...
    Spero non sia sbagliato... :-)
    quando altri commenteranno..aggiungerò...quindi a presto...


    Serena

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  2. Ciao a tutti...
    nel riflettere circa il mio percorso di lettura devo dire che le prime impressioni dopo i capitoli iniziali non erano state molto positive, ma sono totalmente cambiate quando sono arrivato alla fine del romanzo.
    Ciò che mi ha colpito mentre mi dedicavo alla lettura del libro è stata, in particolar modo, l' abilità con cui l' autrice conduce le descrizioni dei personaggi. Ogni vota che un personaggio nuovo viene inserito all' interno della narrazione viene seguito da una descrizione fisica esplicita, che, insieme ai dati caratteriali che si possono dedurre dalla narrazione, sono molto utili per aiutare il lettore ad entrare all' interno della narrazione.
    Ciascuna descrizione condotta per paragone, poi, è riuscita a suscitarmi una sensazione quasi fisica, reale, di ciò che l' autrice voleva esprimere.
    Per quanto riguarda il personaggio di Ada, l' elemento che più mi ha colpito è stato il fatto che, nonostante il modificarsi del suo fisico, la rincorre fino alla fine della narrazione la componente del fantastico, del sogno, con una sorta di andamento ciclico; anche quando il sogno di poter stare a fianco di Harry sembra realizzarsi, il destino la costringe a rinunciare a lui per tornare a sognarlo.
    Le vicende narrate nel romanzo mi hanno portato a riflettere anche su quanto fosse dura la vita un tempo rispetto a oggi; noi moderni che ci lamentiamo di aver una casa troppo piccola o di non poterci permettere l' automobile dei nostri sogni dovremmo ritenerci fortunati di avere un tetto sopra la testa e qualcuno che si preoccupa per noi.
    Anche io, inizialmente, non riuscivo a comprendere quale fosse il significato del titolo in relazione alla narrazione; solo quando sono giunto circa a metà del libro ho trovato un indizio, che in seguito mi è stato confermato dal testo. I lupi, abbandonati al loro destino, devono sopravvivere con le loro forze e le loro abilità, il tutto per poter condurre una vita al limite della decenza. I cani, invece, sono nelle mani dei loro padroni, che li nutrono e li crescono con affetto, donandogli, talvolta, più di quanto sia necessario.
    Proprio su questo dualismo si sviluppa l' intero romanzo, che contrappone due mondi uguali ma distinti: uguali per radici, ma distinti per destino e possibilità.
    Solamente un dubbio mi rimane al termine della lettura: “Come può Harry, dopo aver trovato la donna che ama e deciso di avere un figlio con lei non fare di tutto per ritrovarla, anche a costo di perdere il suo prestigio?”. Tuttavia, forse, è proprio questo a rendere affascinante questo libro fino all' ultima pagina, dove Ada prova, probabilmente per la prima volta, la sensazione di avere una famiglia.
    Alex

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  3. Grazie Serena ed Alex per aver avviato la discussione! E grazie per le vostre belle, approfondite e personali analisi!

    Prendo spunto da alcune considerazioni che avete scritto, per rilanciare e allargare ad altri la discussione:
    - come interpretare il titolo?
    - come valutare il personaggio di Ada?
    - come interpretare il finale del romanzo? In senso tragico come dice Serena o in senso incompiuto come dice Alex?

    In attesa che altri si esprimano, un caro saluto a tutti

    Elisa Carrà

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  4. Buona sera al mondo,
    devo, prima di tutto ringraziare Alex e Serena per aver rotto il ghiaccio, perché ero abbastanza intimorita dal fatto di dover iniziare per prima, visto che anche io è da un po' che ho finito il libro :-).

    Devo dire che il romanzo ha iniziato a stupirmi già dai primi capitoli. È la prima volta che trovo un libro scritto così bene da non farmi accorgere di quanto avesse potuto essere noiosa la storia nella prima parte descrittiva. Entrata poi, nel vivo della storia, sono stata completamente presa dalla vicenda, piena di pieghe che non mi sarei mai aspettata potesse prendere. L'esempio perfetto è la conclusione dove, penso, tutti ci saremmo aspettati un lieto fine diverso.
    Nel complesso il romanzo mi è sembrato molto simile alla descrizione che l’autrice fa dei quadri di Ada: semplice, ma che suscita molti sentimenti.

    La cosa molto interessante è il mezzo con cui l'autrice ha voluto far intuire il suo messaggio: la struttura binaria della storia. Il messaggio è racchiuso già nel titolo con la metafora dei cani e dei lupi, cioè la completa diversità degli individui anche all'interno di una famiglia.
    Gli ebrei ricchi sono come i cani, addomesticati, che vivono nel lusso con tutte le comodità: pasti, pronti e serviti, e un tetto. Gli ebrei poveri sono, invece, i lupi: selvaggi, che vagano per le città, vivono di espedienti, non hanno una casa sicura per il poco denaro che posseggono, rudi e senza istruzione. La cosa su cui calca la Nemirovsky è che i cani si sono dimenticati che un tempo erano uguali ai lupi.
    Quello che ho provato leggendo il libro è stato un misto tra tristezza, angoscia e pena per il fatto che gli uomini riescano a provare un odio così profondo verso i propri simili. Ciò è reso molto chiaro quando la madre di Harry spiega a Lauren che sarebbe una tragedia se Harry si innamorasse di Ada perché lei era una del popolo e non della loro altezza. Le resistenze, però si trovano anche dai Francesi verso gli ebrei. Harry, infatti, sebbene enormemente ricco e ben inserito nella società parigina, nel momento in cui chiede la mano di quella che diverrà sua moglie, incontra la fiera opposizione del padre di lei, per motivi chiaramente razziali.

    Tutti i temi presenti ruotano attorno a quello dell'amore. Questo amore è un amore che va oltre qualsiasi cosa, duraturo, sofferto e sempre fedele.

    La cosa che mi ha colpito più di tutto è stato il finale. Inizialmente sono rimasta abbastanza delusa, ma, ripensandoci, è un lieto fine quasi perfetto. Ada, dopo aver sofferto per amore, per discriminazione e per povertà si trova da sola in una città dell'Est col suo unico figlio. Solo lì è riuscita a capire il vero significato della parola "famiglia"e per la prima volta aveva qualcosa di veramente suo ed è una felicità che colma tutta la sua tristezza.

    Come ha detto Serena c’è molto altro da scrivere e spero che il mio post possa essere interessante quanto i precedenti.
    Alla prossima.
    Baci a tutti

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  5. Ciao a tutti
    io sono d'accordo con le vostre interpretazioni del libro soprattutto sulla metafora del libro che ci pone la grande differenza tra poveri e ricchi e in questo caso di un popolo che prima di leggere il libro conoscevo solo a causa delle persecuzioni avvenute durante la seconda guerra mondiale.

    La parte del libro che più mi fa riflettere è il finale, come ho letto anche per i miei compagni, poichè non sono riuscita a capire le scelte che Ada ha fatto.Perchè fin dall'inizio del libro è innamorata di Harry ma sposa lo stesso il cugino e poi quando finalmente riesce ad arrivare al cuore del suo vero amore scappa. Ada fu costretta a scappare perchè cacciata dallo Stato ma invece di andare via con il quasi nuovo marito preferisce farlo rimanere in Francia con la moglie.Così da assicurargli la posizione sociale che aveva e soprattutto dopo il fallimento della banca di famiglia che lo vedeva in grandi difficoltà finanziaria. Perchè non andare via con Harry che tanto amavo cosi da formare un famiglia e accudire insieme il loro figlio? Perchè i ricchi non possono diventare poveri e vivere come essi? Perchè i cani non possono essere lupi??

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  6. buon giorno classe!!
    devo ringraziare queli che hanno scritto prima di me perchè mi hanno dato dei spunti su cui ampliare la mia riflessione.:)
    Il libro inizialmente l'ho trovato noioso, poichè mi sembrava trattasse soliti argomenti quali gli ebrei e la loro condizione sociale.
    Mi sono però ricreduto perchè in molti momenti la storia presentava delle pieghe improvvise e inaspettate, e soprattutto perchè l'autrice riesce a contrapporre in rapida sequenza momenti di pace ad altri di vero sconforto (si pensi a quando Harry esce della casa di Ada e subito dopo fa il suo ingresso Ben per annunciarle il crac causato da lui alla banca dei Sinner).
    Nonostante ciò però la trama l'ho trovata abbastanza prevedibile, e relativamente a questo aspetto il libro non mi ha emozionato tanto.
    Ciò che però mi ha veramente colpito sono state le descrizioni minuziose dei personaggi e delle loro azione, che sono state sia perfette dal punto di vista dell'osservazione da parte dell'autrice, sia dal punto di vista del loro inserimento nel romanzo, che ha permesso di spiegare in maniera esemplare le azioni e la personalità dei personaggi.
    Per quanto riguarda il titolo volevo sottolineare un paio di aspetti in contrasto con quanto detto in precedenza.
    Innanzittutto i banchieri, rappresentati come i cani, vivono si nel lusso e serviti, ma, paragondoli ai cani, si sono guadagnati la loro situazione.
    Gli ho visti come dei cani da caccia, che fanno guadagnare da vivere ai loro padroni(i famigliari), ma dopo sono giustamenti ricompensati da questi, quindi la loro posizione agiata è leggittimata.
    I lupi invece cercano di ottenere solo la sopravvivenza personale, e questo lo si nota con Ben, che è felice di ver mandato in malora la banca dei Sinner, e con questo gesto si nota la sua noncuranza nei confronti della donna che ha sempre amato e nei confronti dei sui parenti, che gli aevano concesso di accedere ad una vita più agiata, per ben 2 volte.
    Per quanto riguarda il rapporto tra i ricchi e i poveri si nota che da parte dei primi c'è una forte paura di tornare ciò che erano prima, proprio perchè hanno conosciuto di loro mano ciò che vuol dire non avere niete (soprattutto i 2 fratelli Sinner anziani).
    Però c'è una gran voglia di aiutare i loro parenti, per cercare di elevare un pò il loro stato sociale:si pensi alle due volte che Ben ha chiesto siuto ai Sinner e loro non lo hanno rifiutato.
    Analizzando Ada, ho riscontrato una personalità molto divisa fra sè.
    partiamo dall'iniio però: all'inizio del romanzo la scopriamo innamorata di Harry, persona alla quale non rinuncierà mai.
    Questo tratto dell'amore mi fa sorridire, ricordando le fasi dell'amore a prima vista riscontrate durante quest'anno.
    Tutto ciò però è rovinato dalla sua condizione di perpetua ragazza, quando non vuole affrontare la situazione cauata da suo fratello in prima persona.
    L'amore che l'ha accompagnata per tutta la vita ora non le fa capire che anche Harry sarebbe disposto a qualsiasi cosa per lei, e ciò glielo fa anche capire in uno dei tanti dialoghi trascritti. In questo caso Ada mi ha deluso, perchè si scopre che le interessa che Harry possa conservare il suo patrimonio, e non che lui possa stare bene, ma come è possibile questo quando poco prima ontinuava a rifiutare ogni tentativo d'aiuto da parte sua, rivelando così che a lei del denaro non interessava un gran che?
    Alla fine del romanzo mi sembra che Ada abbia rinnegato il suo amore verso Harry, poichè, quando le nasce il bambino, dice che finalmente potrà parlare di un "noi", rivelando quindi che l'unico suo scopo era avere una famiglia, ma che Harry poteva anche non farne parte, il suo amore va solo verso il bambino.
    Spero di non avervi annoiato particolarmente con questa mia breve recensione!
    Ci sentiamo per il prossimo libro!:)
    Buona vacazna a tutti!:)

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  7. sono le 4 di notte.
    ho finito da circa mezz'ora il libro. ho letto circa due terzi del libro stasera. sinceramente avrei preferito andare in centro e godermi la notte bianca (che ora è pure piovosa). essendo a casa senza voglia di dormire ho pensato bene di leggere. che cosa salutare. una catarsi magnifica. ora spiego. già rabbioso e represso di mio perché non potevo fare quello che mi pareva, mi sono immedesimato assai in alcuni sentimenti dei personaggi. ad esempio ho potuto sperimentare per l'ennesima volta il piacere del crogiolarsi nell'autocommiserazione e nella rabbia repressa ("Come ti sminuisci! E quanto piacere provi nello sminuirti così, quanto orgoglioso piacere..." per citare il testo). altro sentimento a me "vicino" o comunque che mi affascina è quell'innamoramento disperato, duraturo, genuino, selvaggio, fantasioso e aggiungerei anche sfigato (con rispetto parlando) che ha il personaggio di Ada. anche il comportamento di Ben è interessante, anche se troppo lontano dalla mia esperienza: i soldi non sono mai stati il riassunto delle mie passioni, ma la genialità meschina delle sue azioni ha un che di perverso che mi ha eccitato nella mia furia. per concludere sulla mia catarsi, ora sto bene assai. scusate le divagazioni.
    da un paragrafo che ho letto l'altro giorno e che purtroppo non mi sono segnato, continuavo a notare un carattere della trama che potrebbe ricordare le novelle di Boccaccio: il ruolo fondamentale di fortuna e ingegno nella vita dei personaggi. ad esempio si può vedere come la famiglia di Ada da povera, a causa del pogrom e dell'incontro con i parenti, si arricchisce, ritorna povera quando si trasferisce a Parigi, successivamente Ada ha la possibilità di sposare Henry ma l'intervento di Ben fa cadere tutti allegramente in disgrazia.
    per quanto riguarda il finale...io odio i finali. soprattutto dei libri che mi appassionano e che finisco durante la notte. più seriamente devo dire che i finali non riesco quasi mai ad apprezzarli. mi correggo. il modo in cui si conclude la trama non mi soddisfa. piuttosto mi piace molto le parole con cui si conclude il romanzo:
    E mormorò sorridendo:"Noi due...". Era la prima volta - pensò - che poteva usare con certezza la parola "noi", ed era una parola dolcissima.
    la prima cosa che mi è venuta in mente è quanto in effeti è bello poter dire "noi" senza mentire a se stessi, ma lo pensavo più in senso di amore eròs piuttosto che amore materno/familiare come inteso nel libro. ora però mi vengono delle altre considerazioni...all'inizio del racconto Ada prova una grande sentimento di amore nei confronti del padre. non poteva usare il "noi" anche con lui? purtroppo pian piano questo personaggio perde importanza fino ad essere dimenticato completamente. che anche tra Ada ed il suo pargolo vada a finire così nella mente dell'autrice? mah. e con Henry con il quale stava così bene non poteva dire "noi" almeno per quel breve arco di tempo?

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  8. qui apro un altro discorso (perdonatemi!!! sono troppo dispersivo). forse non poteva dire "noi" per Henry perché lui "è un'altra cosa. Sono andata avanti per anni senza vederti, quasi senza conoscerti, e tu eri esattamente come adesso. Io, che sono abituata ad aspettarmi il peggio, non ho paura di perderti. Puoi dimenticarmi, abbandonarmi, lasciarmi, sarai sempre mio e solo mio. Ti ho inventato io, amore mio. Sei molto più che il mio amante. Sei una mia creatura. è per questo che mi appartieni, quasi tuo malgrado.". per Harry, insomma, forse provava un sentimento egoista dove non c'è spazio per il "noi". ma ciò non avrebbe portato Ada a lasciare Harry per il bene di lui e contro il volere di lei. in più parla di Harry come di una "sua creatura". anche il figlio è una "sua creatura", anche se in senso un po' diverso. ma comunque resta il fatto che non capisco l'unicità di quel "noi". forse se partorissi un figlio capirei ma dubito fortemente anche di rimanere incinto. speriamo bene.
    mi sono piaciuti moltissimo i ritratti della zia Raisa, di Madame Mimi, di Isac e Salomon (non capisco perché ma me li immagino come due tartarughe) e di Natasha per la loro particolarità. sembra che i loro caratteri siano più descritti di quelli dei personaggi principali, ma forse è solo perché sono meno complessi. sono comunque personaggi vivaci e interessanti.
    questa è per coloro che a volte si sentono repressi da persone più vecchie e sono sicuro di non essere nel torto (è un pensiero di Harry rivolto agli zii): "Continuano a scambiare il loro torpore per saggezza, la loro stanchezza per prudenza, la loro mancanza di immaginazione per esperienza". non voglio essere sovversivo nei confronti delle gerarchie ma mi è parsa una cosa che avrei potuto dire ai miei per farmi uscire. scusate non centra.
    vabbé dai sono le 5 e 10 e domani vado in chiesa. statemi bene. grazie se siete riusciti a leggere tutto, complimenti se siete riusciti a capire qualcosa.

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  9. buongiorno a tutti,
    scusate il riatrdo ma mi stavo godendo il mare :-)
    Il libro mi ha coinvolto molto, e il mio parere si rispecchia molto nel commento di Serena; solo un punto mi ha lasciato interdetta, quasi infastidita. Ultimamente ho letto altri libri in cui il personaggio principale si trova in una condizione poco agiata e grazie soprattutto alla sua intelligenza riesce a riscrivere la propria storia cambiando le sorti della sua vita. L'intelligenza, si, propio quella. molto spesso riporto le vicende narrate nei libri nella vita reale, e arrivo a pormi alcune domande: e se una persona non avesse un intelletto particolarmente sviluppato? se non avesse qualche dote particolare? andrebbe tutto a rotoli? Tornando al libro, Ada viene presentata come un personaggio acuto intellettualmente nella pripa perte del libro; è lì che mi sono chiesta: perchè si è quasi arrivati a creare una sorta di stareotipo del protagonista, che molto spesso non si rispecchia nella vita reale?
    Forse è un commento un po' azzardato, il mio, ma è quello che mi ha trasmesso questo libro, come anche altri. Magari non ho letto libri a sufficenza per argomentare questa sorta di tesi, però a mio parere un buon libro deve si, essere ricco di sfacettature e intrecci, ma deve poter essere riportato nella vita reale e deve poter rispecchiare tutte le tipologie di individui, non solo quelli che hanno doti particolari o patrimoni a loro disposizione; ci sono anche persone per così dire "normali".
    buone vacanze a tutti!

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  11. Cari ragazzi, ben ritrovati!:-)
    Non ho voluto intervenire in questi giorni, lasciando, una volta tanto, parlare solo voi e assaporandomi i vostri interventi.
    Grazie a Beatrice, Elena, Leonardo, Daniele e Chiara per aver arricchito la discussione con le vostre considerazioni così interessanti, personali, sentite...notturne!
    Sono contenta che il libro vi sia piaciuto, sia stato addirittura per qualcuno un'esperienza catartica...!
    Due annotazioni tecniche:
    1. Leonardo, rileggi il tuo post e conta gli errori di ortografia...Va bene lasciare che i pensieri scorrano, ma manteniamo un minimo di correttezza espressiva, così ci leggiamo meglio...

    2. Chiedo a tutti di farsi riconoscere, riportando alla fine del post il proprio nome, altrimenti da alcuni pseudonimi non capiamo chi scrive. Ok, Zep, alias Elena?

    E una considerazione rispetto a quanto ha scritto Chiara, riguardo il personaggio di Ada.
    A me Ada non sembra una ragazza così particolarmente dotata intellettivamente, da essere fuori della realtà. Certo,è una ragazza intelligente e forte, che non si arrende e continua a lottare, a cercare ciò che sente essere il senso profondo della sua vita. Ma è anche una ragazza che si trova a vivere in situazioni di difficoltà storica, politica, familiare, che non può dare nulla per scontato, che deve conquistarsi con fatica tutto ciò che le sta a cuore... E questo, a parer mio, la rende assolutamente normale, comune. Ciò che trovo eccezionale è la sua forza interiore, la sua lucidità, la consapevolezza, sempre, di ciò che sta vivendo e del fatto che, alla fine, può solo contare davvero su se stessa e sulle sue passioni.

    Glia altri 13 cosa dicono? E il finale, che continua a suscitare interpretazioni diverse? E il titolo? Spero che vi facciate sentire!

    Tra qualche giorno si aprirà la discussione del prossimo libro,Il garofano rosso. Affrettatevi a leggerlo!

    Salutoni a tutti :-)

    Elisa Carrà

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  12. Parte 1
    Innanzitutto un saluto a tutti!
    In generale questo libro mi ha colpito per la semplicità con cui è scritto:
    facendo un esempio mi hanno colpito le descrizioni, che, anche se concise riescono a "cogliere nel segno" focalizzando l'attenzione del lettore su di un preciso particolare importante per il proseguo della vicenda; oppure i dialoghi, mai troppo ampollosi, ma sempre diretti e concisi.

    Riguardo però al contenuto del libro, mi ha colpito molto la dualità presente in esso: è infatti molto marcata la divisione tra le due classi di ebrei; c'è anche una dualità tra le scelte che deve compiere Ada: infatti molto spesso è costretta a scegliere sulla sua felicità o quella delle altre persone.
    Quando ho finito di leggere il libro ho iniziato a pensare a cosa questo significasse per me: infatti se non riesco a cogliere un significato da ciò che ho letto, per me è una lettura superflua. Pensando alla forte divisione tra le due classi di ebrei ho provato a riportarla nella vita moderna e mi sono accorto che essa è ancora presente perché noi, appartenenti ad una comunità all'avanguardia dal punto di vista sociale e tecnologico, spesso compatiamo ed aiutiamo quelli che vengono da situazioni disperate, ma non possiamo capire cosa voglia dire lottare per un pugno di cibo, e, per questo, ne abbiamo paura, anche perché sappiamo che la situazione nel nostro paese un secolo fa era molto simile. allo stesso modo sono gli ebrei benestanti descritti dall'autrice: loro, anche se hanno dei legami di sangue con degli ebrei più poveri, non vogliono avere niente da spartite con questi, perché sono un monito di quello che erano e che potrebbero diventare. Questa premessa può quindi fornire una chiave di lettura per il romanzo:
    le vite e le esistenze delle due "categorie" di ebrei sono come le rotaie di un binario: anche se corrono parallele e anche se sono destinate ad una sorte comune, non si fondono mai. Questa divisione sta appunto nella diversa elevazione sociale e, nel libro, si esprime molto bene nella scena del pogrom: i Sinner ricchi a cui Ada e Ben chiedono ospitalità anche se sono parenti, non li accolgono, ma gli fanno la carità, li sfamano solo per non sentirsi in colpa,solo per dire a se stessi:"li abbiamo aiutati". Anche alla fine, quando pare che l'amore stia per trionfare e che tutto sta per cambiare, quando sembra di essere all'inizio di una nuova era, la realtà infrange questo sogno ad occhi aperti e riporta ognuno al suo posto. A quel punto vien da pensare che è stato quasi meglio così, altrimenti, se il crack fosse venuto un anno dopo,Harry sarebbe stato trascinato nel fango e sarebbe stato un bel problema visto che non aveva nessun parente abbastanza influente da coprirlo.
    segue nel prossimo post

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  13. parte 2

    Ho l'idea che, visto da questo punto di vista, il romanzo sia molto attuale e che descriva una situazione intrinseca all'attività umana dell'accumulare beni: la divisione. Questa divisione, come c'è stata cento o duemila anni fa c'è anche oggi: ne è esempio un mondo che va a due velocità.
    Da una parte c'è il nostro mondo, quello che ti fa avere tutto subito e che quindi è proiettato verso il futuro: i pensieri più importanti sono legati alla carriera e alla felicità futura; dall'altra parte ci sono quelli che devono sudarsi il tozzo di pane con cui sopravvivere e che guardano a noi con ammirazione e spirito di emulazione.
    Questi ultimi sono quindi molto più legati al presente, e, da questo punto di vista molto più fortunati.
    Le ultime parole Ada portano quindi anche un messaggio diverso da quello sentimentale; è come se dicesse:"non mi importa più di quello che è stato e on bado a quello che mi aspetta in futuro: quello che mi basta è sapere che adesso sono felice".
    Non so, ho idea di essere andato troppo oltre, e che non fosse esattamente questo il messaggio che vuole trasmettere l'autrice, però mi ha comunque fatto capire quanto importante sia vivere e godere del presente senza riflettere troppo sul futuro.
    Comunque sia questo libro mi ha colpito molto e spero che abbia lasciato anche a voi qualcosa su cui pensare.
    Enrico

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  14. Grazie Enrico delle tue considerazioni personali e attuali sul romanzo. Ci hanno donato nuovi sguardi su di esso, e nuove, possibili, interpretazioni.

    Elisa Carrà

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  15. Ciao a tutti scusate se intervengo solo ora ma sto leggendo i libri in un altro ordine e ho appena finito questo.Leggendo gli altri commenti(sono davvero tanti ed esaurienti!),ho letto pareri sui tre principali temi (il titolo del romanzo,il personaggio di Ada e il finale) che ho in gran parte condiviso ma alcuni con cui non sono particolarmente d'accordo.Il titolo mi pare molto azzeccato e il contrasto tra i "cani" e i "lupi" cioè tra i ricchi ebrei e i poveri ebrei della "bassa" l'ho letto in molti commenti.In particolare a me risulta evidentissimo a mio parere nell'attrattiva che prova Harry nel guardare i quadri di Ada da lui comprati.Egli non è per niente soddisfatto del quadro dal punto di vista artistico,infatti dsottolinea la mancanza di tecnica della pittrice; tuttavia sente una specie di richiamo selvaggio verso il quadro poichè rappresenta una situazione che lui conosce bene:non per averla vissuta in prima persona,ma per averla vista nel suo paese;proprio come un cane addomesticato ha dentro di sè un po' della selvaticità che ha contraddistinto i suoi antenati(mi ricorda vagamente un libro intitolato"il richiamo della foresta").Ada,come è stato detto,vive in un mondo suo sia da bambina,quanto inventa con Ben "Il Gioco",sia quando vive a Parigi,e passa anni e anni a inseguire un sogno fugace che pensa essere irrealizzabile,ovvero Harry.Il finale del racconto,invece,non lo vedo nè incompleto,nè tragico:Ada,seppure abbandonata,si è sentita amata,ha realizzato lo scopo che fin da bambina la bruciava dentro,e alla fine del romanzo ricomincia la sua nuova vita,senza Harry,ma con un bambino e la sua amata pittura.

    Francesco Z.

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  16. Grazie Francesco delle tue osservazioni puntuali e personali. Finalmente ti sentiamo e ti troviamo tra le pagine di questo blog...! :-)Cominciavamo a sentire la tua mancanza! Ora attendiamo gli interventi anche sugli altri libri...
    Ciao
    Elisa Carrà

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  17. Salve. Sto scrivendo dal computer di mio padre perchè quello di casa non posta i commenti (oltretutto non funziona bene neanche la mail).
    Questo romanzo mi ha molto colpito. Premetto che non sono un’appassionata di libri, anzi leggere mi risulta troppo spesso faticoso e noioso; infatti mi dedico alla lettura solo perché costretta. Stranamente in un paio di giorni, dopo aver letto i primi capitoli, il ritmo della narrazione ha cominciato a farsi rapido e concitato, tanto che sono rimasta incollata alle pagine fino al termine del libro.
    È interessante come l’autrice abbia raccontato con una tale semplicità la storia di esilio e di amore di Ada, la protagonista di cui seguiamo il percorso fin dall’infanzia: da bambina di appena cinque anni che passeggia col padre per le strade del ghetto di Kiev, cresce fino a diventare una donna. Sono rimasta affascinata dalla personalità di questo personaggio, che è insieme forte e vulnerabile, triste e solitaria, pudica ma anche selvaggia.
    In ogni romanzo letto cerco sempre un confronto con il presente e quindi con il sistema attuale, e in questo caso è stato naturale soffermarmi a pensare riguardo alla passione segreta e, soprattutto, incrollabile per Harry. Sembrava un amore senza speranza, il loro, dal momento che Harry era parte del cosiddetto “regno degli eletti”. Tuttavia i “cani”, gli ebrei ricchi che hanno guadagnato più soldi, che hanno dimostrato agli altri di valere di più riuscendo ad arrivare nella città alta, sentono il richiamo dei “lupi”, quei poveri ebrei infrequentabili e vestiti di stracci. Proprio per questo Harry si sente attratto da quell’ululato selvaggio, che era sempre mancato nella sua vita.

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  18. Con tanta facilità, tuttavia, la storia d’amore tra i due amanti, come inizia, finisce. Nonostante questo, la Némirovsky conclude presentando un’Ada che ha mantenuto la sua determinazione, la sua forza e, cosa più importante, la sua dignità. Vi starete chiedendo perché prima ho scritto di quel confronto con la società attuale. È molto curioso come una donna conservi per l’intera durata della sua esistenza una passione esclusiva verso un unico uomo. Ada ha sposato Ben, lo stesso che ha vissuto con lei in Ucraina e con cui ha condiviso i giochi infantili, ma non è mai riuscita ad amarlo, così come non ha mai amato nessuno al di fuori di Harry. Mi è completamente estraneo il pensiero di poter amare per l’eternità un’unica persona, anzi… io penso che l’eternità venga toccata dall’uomo e dalla donna mentre questi si tengono per mano; quando la stretta si allenta, tutto finisce, e questo per dire che nulla, in amore, è per sempre.
    Leggendo il finale mi è rimasta inizialmente una sensazione di tristezza. Infine, però, è stata una conclusione ricca di speranza ed ottimismo, dal momento che la protagonista ha sviluppato il suo talento di pittrice, oltre ad aver messo al mondo un bambino. Secondo me la realizzazione dei proprio sogni è la soddisfazione più grande che un essere umano possa ricevere.
    Valentina

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  19. Meno male un libro che ti ha preso Valentina! Sono contenta! Riguardo all'amare per l'eternità: una grande ma bellissima sfida, non pura sensazione di un momento, ma impegno, dono, conquista, volontà...

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  20. Eccomi qua, a commentare il mio secondo libro… Stavolta partirò dalle mie impressioni sul romanzo, descrivendo ciò che mi ha colpito.
    Sorprendentemente, “I cani e i lupi” è stato uno dei pochi romanzi letti ultimamente che mi ha appassionato davvero. Era davvero da un po’ di tempo che un libro non mi teneva incollato fino a sera tardi: dopo essere arrivato circa a pagina 50, mi sono ritrovato a leggermelo tutto in una sola notte, rimanendo sveglio. Riflettendo più attentamente, credo che ciò che più ho apprezzato sia stato il modo di scrivere dell’autrice, così vivo e vero.
    Per evidenziare questo aspetto, devo fare una piccola parentesi. Il libro mi ha appassionato e mi ha tenuto incollato alle pagine ma, alla fine, nel complesso, non mi è piaciuto. Trovo ci sia una grande differenza tra apprezzare una lettura e venire catturati da quest’ultima. In questo caso, io ho trovato “I cani e i lupi” davvero scorrevole e piacevole da leggere, nonostante i temi e la vicenda non mi abbiano preso in alcun modo. Diciamo che mentre giravo le pagine, mi beavo più della limpidezza dello scritto rispetto al contenuto finale, che non mi è parso così interessante. Certo, alla fin fine la storia non è che sia così brutta, ma non è che mi abbia lasciato niente di che dentro. Mi perdevo molto di più nelle descrizioni psicologiche, nel modo chiaro e realistico con cui venivano rese le emozioni dei personaggi, nell’accuratezza caratteriale di quest’ultimi.
    Sugli altri aspetti, mi sembra sia stato detto tutto… Non farei che ripetere le stesse cose dette dai miei compagni.

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  22. Vorrei però aggiungere alcune brevi considerazioni suoi personaggi, su alcuni loro aspetti che mi hanno colpito. Una di queste è la forza di carattere dimostrata negli atti finali dalla protagonista. Mi ha fatto decisamente riflettere. Raramente nel mondo reale si riesce a vedere un amore così forte da far prendere decisioni come quella di Ada. Abbandonare da un giorno all’altro ciò che si è riusciti ad ottenere dopo una vita di stenti, ciò che si ha amato con passione e desiderio, dev’essere qualcosa di particolarmente doloroso. La sua decisione di partire lasciando Harry al fianco della moglie per permettergli di non perdere l’agiatezza familiare mi ha davvero lasciato qualcosa dentro, facendomi pensare alla mia esperienza personale. Sarei riuscito io a fare qualcosa di simile? Ciò che mi ha sconfortato mentre leggevo, era la risposta negativa a questa domanda. Il personaggio di Ada, che mi era sembrato un po’ rassegnato e privo di passione, ha guadagnato molti punti con questa azione finale, anche se non si distacca molto dalla linea caratteriale generale mostrata nel romanzo.
    Analizzare Harry non m’interessa particolarmente. Come persona non ha nulla che abbia suscitato il mio interesse, essendo perfettamente inserito nella categoria di “Cane”: ricco, viziato, spaventato dall’ignoto, pigro. Se Ada alla fine mostra una grande forza di volontà nell’abbandonare l’amato, lui dimostra l’esatto opposto disinteressandosi della sua amante.
    Ho trovato interessante invece il suo opposto, Ben. È un personaggio costantemente inquieto, frustrato quasi dalla sua vita, sembra quasi annaspare, cercando di tirarsi fuori dall’acqua mentre è sempre sul punto di annegare. Mi ha sorpreso la sua tranquillità, la sua calma, la sua soddisfazione nell’annunciare la "fine" della ricchezza dei Sinner ad Ada… Quasi fosse pervaso da una gioia sadica nel far soffrire la cugina che lo aveva precedentemente rifiutato.

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  23. Come dicevo all’inizio, non ho apprezzato molto la vicenda, ma la psicologia dei personaggi in se e il modo in cui è descritta. La differenza tra “Cani” e “Lupi” è stata per me una delle cose meglio evidenziate nel romanzo, tanto che a volte mi sembrava quasi di leggere delle vicende degli animali anziché delle persone.
    Ecco, credo di aver detto tutto quello che ritenevo opportuno… Grazie per l’attenzione, a risentirci!

    P.S. scusate per il quadruplo messaggio, ma riuscivo a inviare il tutto solo se diviso e ho fatto pure un po’ di confusione con i vari commenti…

    Francesco T

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  24. Ciao a tutti i ritardatari che come me faranno i commenti ormai a scuola iniziata... maledetto computer che si rompe.

    personalmente questo libro e il segereto di Luca sono quelli che mi sono piaciuti di più: il libro di Irene Nemirovsky mi ha preso soprattutto per le parti dove si evidenziavano le differenze tra, appunto, i cani e i lupi: il richiamo del sangue che lega comunque Ada e Harry, i destini delle due famiglie, l'agiatezza e la tensione sono descritte molto bene dall'autrice.
    purtroppo, il resto della storia è a sfondo romantico, quindi lo ho trovato un pochino noioso.
    il finale è, come dire, "agrodolce": Ada rimane da sola, senza contatti con la sua vita precedente, e questo ti lascia un po' l'amaro in bocca; però, almeno così credo io, virà il resto della sua vita con la sua bambina..

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  25. Ah, dimenticavo! il libro mi è piaciuto anche per il modo di scrivere e descrivere dell'autrice: certo alcune volte si dilunga troppo, però per il resto del romanzo è una descrizione vivida delle sventrure di Ada e dei suoi sentimenti.

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  26. salve classe,
    innanzitutto vorrei dire che fra tutti questo libro con Il barnabo delle montagne è quello che mi ha entusiasmato meno, i libri così malinconici non sono il mio genere, d'altra parte il libro era comunque interessante e vorrei cogliere alcuni aspetti che mi hanno colpito maggiormente.
    Per primo è il titolo, come può non esserlo, con quella distinzione tra coloro che vivono nella città alta e hanno paura di tornare giù(cani), e quelli che abitano nel ghetto(lupi).
    Altro aspetto importantissimo è come l'autrice, ebrea egli stessa, presenta la figura degli ebrei, delle loro abitudini, dei lavori che svolgono, e strettamente legato a questo è il continuo ritorno alla parola "razza", identificandone anche i caratteri fisici e somatici.

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