mercoledì 25 agosto 2010

Fisso verso le crode che si accavallavano nel cielo...


Mentre scrivo ha la fortuna di trovarmi tra le Dolomiti bellunesi, terra e paesaggio amati e descritti da Buzzati, sfondo di quasi tutti i suoi romanzi e racconti. Ho voluto proprio qui rileggermi per l’ennesima volta Barnabo delle montagne. L’effetto è stato molto diverso da altre volte, da altre letture.

Per quanto conoscessi la trama, ho sentito dentro, come non mai, il romanzo. Camminando tra i sentieri, inerpicandomi tra le rocce, scendendo dai ghiaioni, mettendomi in ascolto del silenzio e delle voci dei boschi, del suono del vento, contemplando il cielo, stupendomi della bellezza e della grandezza delle montagne, anch’io con lo sguardo fisso verso le crode che si accavallano in cielo, ho rivissuto in prima persona la storia di Barnabo.

Giovane guardiaboschi, incaricato insieme ad altri di custodire la polveriera e di sventare gli attacchi dei briganti che già hanno ucciso il capoguardia Antonio del Colle, egli vive un giorno un momento di paura, diserta il confronto e abbandona il luogo della sparatoria. Nessuno può esimerlo da una pesante punizione: dovrà lasciare, disonorato, l’incarico di guardiaboschi e le sue montagne. Inizia per Barnabo una fase nuova, faticosa della vita: ospite da un cugino, in valle, si adatta al lavoro del contadino, ma nel cuore vive un forte rimpianto per i luoghi lasciati e un peso per la viltà commessa. Eppure, proprio in quegli anni, in quella lontananza forzata, in compagnia della cornacchia che lo ha seguito dalle alte crode fino a valle, Barnabo vive una trasformazione interiore, una sorta di ricomposizione della coscienza. E quando L’amico Berton gli propone di tornare alla casa dei Marden dai vecchi compagni, Barnabo riparte, con la speranza di ritrovare lavoro e riabilitarsi agli occhi dei colleghi. Accetta di fermarsi da solo a custodire la polveriera, sopporta pure un pesante scherzo dei compagni, ma soprattutto attende… Attende i banditi, attende l’ora del riscatto per sé e agli occhi degli altri. Ma quando essi finalmente arrivano...

Primo romanzo dello scrittore, pubblicato nel 1933, già contiene tutti i temi della successiva produzione: il senso del tempo che scorre e che pure sembra lasciare immutata ogni cosa, il sentimento dell’attesa, il paesaggio che vive, la partecipazione della natura, l’ascolto del cuore, il peso della colpa del rimorso, il sentimento del dovere, della paura, dell’errore, l’attesa di un evento che renda grande la vita, il ruolo giocato dal destino e dall’imprevisto…

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