Cari ragazzi,
diamo il benvenuto a Camilla, nuova compagna della IVE, che da settembre comincerà il suo percorso al Liceo Curiel, insieme a tutti voi e noi.
Camilla si è già inserita nell'attività di lettura e scrittura assegnata alla classe, sta leggendo i libri, ma non riesce a...entrare nel blog! Speriamo che i problemi tecnici si risolvano presto, così cominciamo a dialogare anche con lei e a conoscerla.
Intanto, Camilla, ti auguriamo buon anno e buon ingresso in IVE.
Elisa Carrà
lunedì 30 agosto 2010
mercoledì 25 agosto 2010
E’ che tutti vivono così, come se da un’ora all’altra dovesse arrivare qualcuno…
Cari ragazzi, per discutere e parlare di Barnabo delle montagne, vi propongo di soffermarvi in particolare su questi tre aspetti:
1. Quali tratti, sentimenti, pensieri caratterizzano Barnabo dall’inizio alla fine della vicenda?E, in particolare, quale trasformazione avviene nel suo animo dal soggiorno a valle fino all’episodio finale?
2. “Barnabo è il primo tra i personaggi di Buzzati a provare il sentimento dell’attesa, a spiare nelle lunghe giornate, la luce che sorge e scolora sulle montagne, a sperimentare cosa significhi attendere, non tanto un cosa o un chi, semplicemente attendere. Ed è ancora Barnabo a inaugurare l’esperienza del tempo come strano regista della vita, con i suoi segni discreti, leggeri e sbadati, ma irrevocabili”. Dalla quarta di copertina, Barnabo delle montagne, Ed.Oscar Mondadori, 1979.
Sollecitati da queste parole, provate ad analizzare come si sviluppa nel romanzo questa particolare percezione del tempo, tipicamente buzzatiana, del tempo come attesa. In particolare, provate a individuare le frasi, i passaggi, i punti del libro dove il senso del tempo come attesa si fa più evidente.
3. I luoghi nel romanzo. Come viene descritto il paesaggio? Quali sono, a vostro parere, le descrizioni più suggestive? C’è corrispondenza tra paesaggio/natura e stati d’animo dei personaggi, del protagonista?
Vi aspetto numerosi e vivaci!
Elisa Carrà
1. Quali tratti, sentimenti, pensieri caratterizzano Barnabo dall’inizio alla fine della vicenda?E, in particolare, quale trasformazione avviene nel suo animo dal soggiorno a valle fino all’episodio finale?
2. “Barnabo è il primo tra i personaggi di Buzzati a provare il sentimento dell’attesa, a spiare nelle lunghe giornate, la luce che sorge e scolora sulle montagne, a sperimentare cosa significhi attendere, non tanto un cosa o un chi, semplicemente attendere. Ed è ancora Barnabo a inaugurare l’esperienza del tempo come strano regista della vita, con i suoi segni discreti, leggeri e sbadati, ma irrevocabili”. Dalla quarta di copertina, Barnabo delle montagne, Ed.Oscar Mondadori, 1979.
Sollecitati da queste parole, provate ad analizzare come si sviluppa nel romanzo questa particolare percezione del tempo, tipicamente buzzatiana, del tempo come attesa. In particolare, provate a individuare le frasi, i passaggi, i punti del libro dove il senso del tempo come attesa si fa più evidente.
3. I luoghi nel romanzo. Come viene descritto il paesaggio? Quali sono, a vostro parere, le descrizioni più suggestive? C’è corrispondenza tra paesaggio/natura e stati d’animo dei personaggi, del protagonista?
Vi aspetto numerosi e vivaci!
Elisa Carrà
Fisso verso le crode che si accavallavano nel cielo...
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Mentre scrivo ha la fortuna di trovarmi tra le Dolomiti bellunesi, terra e paesaggio amati e descritti da Buzzati, sfondo di quasi tutti i suoi romanzi e racconti. Ho voluto proprio qui rileggermi per l’ennesima volta Barnabo delle montagne. L’effetto è stato molto diverso da altre volte, da altre letture.
Per quanto conoscessi la trama, ho sentito dentro, come non mai, il romanzo. Camminando tra i sentieri, inerpicandomi tra le rocce, scendendo dai ghiaioni, mettendomi in ascolto del silenzio e delle voci dei boschi, del suono del vento, contemplando il cielo, stupendomi della bellezza e della grandezza delle montagne, anch’io con lo sguardo fisso verso le crode che si accavallano in cielo, ho rivissuto in prima persona la storia di Barnabo.
Giovane guardiaboschi, incaricato insieme ad altri di custodire la polveriera e di sventare gli attacchi dei briganti che già hanno ucciso il capoguardia Antonio del Colle, egli vive un giorno un momento di paura, diserta il confronto e abbandona il luogo della sparatoria. Nessuno può esimerlo da una pesante punizione: dovrà lasciare, disonorato, l’incarico di guardiaboschi e le sue montagne. Inizia per Barnabo una fase nuova, faticosa della vita: ospite da un cugino, in valle, si adatta al lavoro del contadino, ma nel cuore vive un forte rimpianto per i luoghi lasciati e un peso per la viltà commessa. Eppure, proprio in quegli anni, in quella lontananza forzata, in compagnia della cornacchia che lo ha seguito dalle alte crode fino a valle, Barnabo vive una trasformazione interiore, una sorta di ricomposizione della coscienza. E quando L’amico Berton gli propone di tornare alla casa dei Marden dai vecchi compagni, Barnabo riparte, con la speranza di ritrovare lavoro e riabilitarsi agli occhi dei colleghi. Accetta di fermarsi da solo a custodire la polveriera, sopporta pure un pesante scherzo dei compagni, ma soprattutto attende… Attende i banditi, attende l’ora del riscatto per sé e agli occhi degli altri. Ma quando essi finalmente arrivano...
Primo romanzo dello scrittore, pubblicato nel 1933, già contiene tutti i temi della successiva produzione: il senso del tempo che scorre e che pure sembra lasciare immutata ogni cosa, il sentimento dell’attesa, il paesaggio che vive, la partecipazione della natura, l’ascolto del cuore, il peso della colpa del rimorso, il sentimento del dovere, della paura, dell’errore, l’attesa di un evento che renda grande la vita, il ruolo giocato dal destino e dall’imprevisto…
Attendendo come Barnabo... Al via il terzo libro
Cari ragazzi, agosto sta per finire, ed anche noi ci dobbiamo un po’ affrettare …
Ho atteso più giorni del previsto per aprire la discussione del terzo libro, vedendo che solo pochi tra voi sono intervenuti a commentare "Il Garofano rosso". Immagino siate in vacanza, forse lontani da Padova, forse senza un pc a portata di mano, ma vi confesso che un po’ più di partecipazione me l’aspettavo… Vi seguo ogni giorno, apro il blog sempre con la speranza che qualcuno di nuovo si sia fatto sentire, ma mi ritrovo a constatare che ancora molti mancano all’appello… Eppure mi pare che questa sia un’occasione, non sempre presente a scuola, per esprimersi in libertà, senza timore di giudizi o di voti. Tutti i commenti e gli interventi, purchè vostri e scritti seriamente, sono i benvenuti. Vi ricordo anche, con il sorriso :-), ma ve lo ricordo, che gli interventi sul blog sono preparatori ad un lavoro di scrittura che dovrete consegnare all’inizio della scuola e che terrò conto sia di chi è intervenuto, sia degli elaborati scritti... :-):-):-)
Un caro saluto a tutti e a tutte
Elisa Carrà
Ho atteso più giorni del previsto per aprire la discussione del terzo libro, vedendo che solo pochi tra voi sono intervenuti a commentare "Il Garofano rosso". Immagino siate in vacanza, forse lontani da Padova, forse senza un pc a portata di mano, ma vi confesso che un po’ più di partecipazione me l’aspettavo… Vi seguo ogni giorno, apro il blog sempre con la speranza che qualcuno di nuovo si sia fatto sentire, ma mi ritrovo a constatare che ancora molti mancano all’appello… Eppure mi pare che questa sia un’occasione, non sempre presente a scuola, per esprimersi in libertà, senza timore di giudizi o di voti. Tutti i commenti e gli interventi, purchè vostri e scritti seriamente, sono i benvenuti. Vi ricordo anche, con il sorriso :-), ma ve lo ricordo, che gli interventi sul blog sono preparatori ad un lavoro di scrittura che dovrete consegnare all’inizio della scuola e che terrò conto sia di chi è intervenuto, sia degli elaborati scritti... :-):-):-)
Un caro saluto a tutti e a tutte
Elisa Carrà
martedì 10 agosto 2010
Ben ritrovati!
Ciao ragazzi!
E' un po' che non ci sentiamo... Spero stiate tutti bene e stiate trascorrendo belle vacanze. Io sono stata un po' di giorni in un'isola greca dove non avevo la possibilità di connettermi facilmente, così ne ho apprifittato per staccare ogni tipo di connessione o quasi! Ma vi ho pensato e vi ho accompagnato nelle letture, mentre contemplavo l'azzurro e la trasparenza del mare Egeo o perlustravo qualche sito archeologico...
Ora riprendiamo i nostri contatti. Vorrei tranquillizzare chi mi ha scritto che ce la faremo benissimo a fare la discussione di tutti i libri prima dell'inizio della scuola. Spero che nel frattempo voi siate andati avanti a leggere. Da ieri sera troverete l'avvio della discussione del libro di Vittorini, Il garofano rosso. A fine settimana, aprirò la discussione di Barnabò delle montagne. Mi raccomando, affrettatevi a leggerlo, così il dibattito è più interessante, e intervenite numerosi!
Ne approfitto anche per ringraziare tutti quelli che sono già intervenuti con le loro bellissime considerazioni sul romanzo I cani e i lupi. Avete colto tantissimo del libro. Spero che per tutti, il leggere i post degli altri, sia stato arricchente. Ricordo che la discussione di ogni libro rimane aperta, anche se nei giorni successivi se ne apre un'altra. E raccomando, di nuovo, di firmarsi alla fine dei post. Dagli pseudonimi non è facile risalire all'autore.
Un caro saluto a tutti e a risentirci presto
Elisa Carrà
E' un po' che non ci sentiamo... Spero stiate tutti bene e stiate trascorrendo belle vacanze. Io sono stata un po' di giorni in un'isola greca dove non avevo la possibilità di connettermi facilmente, così ne ho apprifittato per staccare ogni tipo di connessione o quasi! Ma vi ho pensato e vi ho accompagnato nelle letture, mentre contemplavo l'azzurro e la trasparenza del mare Egeo o perlustravo qualche sito archeologico...
Ora riprendiamo i nostri contatti. Vorrei tranquillizzare chi mi ha scritto che ce la faremo benissimo a fare la discussione di tutti i libri prima dell'inizio della scuola. Spero che nel frattempo voi siate andati avanti a leggere. Da ieri sera troverete l'avvio della discussione del libro di Vittorini, Il garofano rosso. A fine settimana, aprirò la discussione di Barnabò delle montagne. Mi raccomando, affrettatevi a leggerlo, così il dibattito è più interessante, e intervenite numerosi!
Ne approfitto anche per ringraziare tutti quelli che sono già intervenuti con le loro bellissime considerazioni sul romanzo I cani e i lupi. Avete colto tantissimo del libro. Spero che per tutti, il leggere i post degli altri, sia stato arricchente. Ricordo che la discussione di ogni libro rimane aperta, anche se nei giorni successivi se ne apre un'altra. E raccomando, di nuovo, di firmarsi alla fine dei post. Dagli pseudonimi non è facile risalire all'autore.
Un caro saluto a tutti e a risentirci presto
Elisa Carrà
lunedì 9 agosto 2010
Un giorno mi mandò un garofano rosso chiuso dentro una busta...

Provocati da questa frase delle prime pagine del romanzo, che rinvia al titolo, diamo il via alla discussione del libro.
Qualche stimolo per iniziare:
- Quali sono le tappe più significative del percorso di formazione di Alessio?
- Come si configura nel romanzo lo schema, caro a Vittorini, del viaggio?
- Alessio e la politica. Quali ideali agitano il protagonista, con chi li condivide, cosa riflettono degli ideali politici dello scrittore? Cosa matura Alessio dall’esperienza politica?
- Alessio e l’amore. Come scopre l’amore Alessio? Che differenze caratterizzano la relazione che egli vive con Giovanna e quella con Zobeida?
- Alessio e la scuola. Quale immagine il protagonista e il romanzo lasciano trasparire della scuola, dello studio, degli insegnanti?
- Alessio e gli amici. Chi sono gli amici più significativi della giovinezza di Alessio? Che cosa rappresenta l’amicizia per il protagonista?
- Alessio e la famiglia. Che rapporto vive Alessio con i genitori, con la sorella Menta, con i fratelli?
- In quali passaggi del romanzo vi siete maggiormente riconosciuti?
- E la scrittura? Quali tratti caratterizzano la lingua e lo stile del romanzo?
Cari ragazzi, spero che anche questo libro vi sia piaciuto e sia riuscito a rivelarvi significati, pensieri, emozioni come il precedente.
Aspetto commenti numerosi! Esprimetevi in libertà, senza paura che sia giusto o sbagliato quello che scriverete. Se sono vostre riflessioni, saranno senz'altro interessanti!
...Ma dove sono tutti gli altri che non sono mai intervenuti?
Qualche stimolo per iniziare:
- Quali sono le tappe più significative del percorso di formazione di Alessio?
- Come si configura nel romanzo lo schema, caro a Vittorini, del viaggio?
- Alessio e la politica. Quali ideali agitano il protagonista, con chi li condivide, cosa riflettono degli ideali politici dello scrittore? Cosa matura Alessio dall’esperienza politica?
- Alessio e l’amore. Come scopre l’amore Alessio? Che differenze caratterizzano la relazione che egli vive con Giovanna e quella con Zobeida?
- Alessio e la scuola. Quale immagine il protagonista e il romanzo lasciano trasparire della scuola, dello studio, degli insegnanti?
- Alessio e gli amici. Chi sono gli amici più significativi della giovinezza di Alessio? Che cosa rappresenta l’amicizia per il protagonista?
- Alessio e la famiglia. Che rapporto vive Alessio con i genitori, con la sorella Menta, con i fratelli?
- In quali passaggi del romanzo vi siete maggiormente riconosciuti?
- E la scrittura? Quali tratti caratterizzano la lingua e lo stile del romanzo?
Cari ragazzi, spero che anche questo libro vi sia piaciuto e sia riuscito a rivelarvi significati, pensieri, emozioni come il precedente.
Aspetto commenti numerosi! Esprimetevi in libertà, senza paura che sia giusto o sbagliato quello che scriverete. Se sono vostre riflessioni, saranno senz'altro interessanti!
...Ma dove sono tutti gli altri che non sono mai intervenuti?
ll garofano rosso: un'attesa di 15 anni

Primo romanzo dello scrittore, Il garofano rosso esce a puntate sulla rivista “Solaria” nel 1933-34, ma viene censurato dal fascismo che nega il permesso di pubblicarlo. Esce in volume nel 1948, a 15 anni di distanza dalla composizione. Interessante la prefazione dell’autore, poi tolta nelle edizioni successive, che spiega la genesi del romanzo e la ritardata edizione, dovuta soprattutto alle continue distrazioni di Vittorini, sempre preso da nuovi interessi.
Ambientato in Sicilia ai tempi del delitto Matteotti, il romanzo presenta un classico percorso di formazione del protagonista. Alessio Mainardi, liceale inquieto e ribelle, vive con intensità la sua prima giovinezza: l’impegno politico, attratto com’è dagli aspetti rivoluzionari e antiborghesi del primo fascismo; l’esperienza sentimentale, attraverso la relazione breve e idealizzata con Giovanna, compagna di scuola, dalla quale riceve come pegno un garofano rosso, e quella più concreta e sensuale con la misteriosa prostituta Zobeida.
Da queste esperienze Alessio uscirà completamente trasformato, avviandosi a compiere i primi passi verso la maturità la libertà interiore.
Ambientato in Sicilia ai tempi del delitto Matteotti, il romanzo presenta un classico percorso di formazione del protagonista. Alessio Mainardi, liceale inquieto e ribelle, vive con intensità la sua prima giovinezza: l’impegno politico, attratto com’è dagli aspetti rivoluzionari e antiborghesi del primo fascismo; l’esperienza sentimentale, attraverso la relazione breve e idealizzata con Giovanna, compagna di scuola, dalla quale riceve come pegno un garofano rosso, e quella più concreta e sensuale con la misteriosa prostituta Zobeida.
Da queste esperienze Alessio uscirà completamente trasformato, avviandosi a compiere i primi passi verso la maturità la libertà interiore.
Chi è Elio Vittorini? II parte
Nei primi anni trenta, la vita di Elio Vittorini è segnata da un nuovo incontro con una figura femminile, la milanese Ginetta, moglie del commediografo Cesare Vico Lodovici, per la quale consolida una forte simpatia che lo porterà alla decisione di stabilirsi da solo a Milano. Tornerà a casa nell’agosto del 1934, per la nascita del secondo figlio, tenuto a battesimo da Montale. Ma la vita dello scrittore è anche segnata dall’impegno politico. Le sue critiche al Regime, apparse sul giornale fascista “Bargello”, gli procurano una denuncia, a cui segue la consegna della tessera al Partito, pur continuando la collaborazione alla rivista con lo pseudonimo di “Abulfede”. Nel 1936 comincia stesura del romanzo “Erica e i suoi fratelli”, rimasto interrotto per la guerra di Spagna e inedito fino al 1954 per lasciare spazio a “Conversazione in Sicilia”, pubblicato con il titolo definitivo da Bompiani nel 1941, considerato unanimemente il capolavoro dello scrittore.
Gli anni ’40 sono segnati dall’avvicinamento ai primi testi marxisti, dal trasferimento con la famiglia a Milano e dalla rottura con la moglie. Nel ’40 comincia il lavoro di preparazione dell’antologia Americana, opera censurata dal fascismo, per cui il volume uscirà nel 1942 con le note critiche di Vittorini quasi del tutto soppresse. Gli anni ‘43-’44 sono molto intensi politicamente: dall’arresto durante una riunione clandestina per un’edizione speciale dell’Unità al carcere, alla lotta nelle file della Resistenza, alla preparazione a Firenze di uno sciopero generale, alla fuga inseguito dalla polizia tedesca, al ritiro in montagna. Qui, nel ’44 scrive Uomini e no.
Finita la guerra, l’impegno partigiano, il fascismo, nel 1945 dirige per alcuni mesi “l’Unità” e pubblica Uomini e no. Dirige anche e collabora al “Politecnico”, contribuendo ad animare il dibattito sul rapporto tra politica e letteratura. Si iscrive al partito comunista, ma i rapporti diventano presto difficili. Nel 1947 esce Il Sempione strizza l’occhio al Frejus e nel 1948 Il garofano rosso, primo romanzo di Vittorini, apparso a puntate sulla rivista “Solaria” nel 1933-34, ma giudicato dalla censura fascista contrario alla “morale e al buon costume”, senza permesso di pubblicazione.
Gli anni ’50 sono caratterizzati dalla scrittura e dalla pubblicazione di nuovi romanzi: Le donne di Messina, la traduzione americana di Conversazione in Sicilia, l’inizio del romanzo La garibaldina, l’inizio di Le città del mondo. Ma sono anche caratterizzati da nuove collaborazioni giornalistiche, come quella con “La Stampa” dove lo scrittore pubblica saggi sulla letteratura americana, e dove ha luogo la polemica con Togliatti. Nel ’57 pubblica con Bompiani Diario in pubblico, raccolta dei suoi saggi critici. Nel ’60 dirige la collana di Mondadori “La Medusa” e nel ’61 si avvicina la mondo del cinema, scrivendo la sceneggiatura del film “Le città del mondo”, mai realizzato.
Gli ultimi anni di vita dello scrittore si svolgono intorno alla rivista “Il menabò”, sulla quale Vittorini affronta la questione del rapporto tra letteratura e industria. Nel 1963 si ammala gravemente. Nonostante la malattia, assume la direzione della collana “Nuovo Politecnico” di Einaudi. Nel 1966 muore a Milano.
Gli anni ’40 sono segnati dall’avvicinamento ai primi testi marxisti, dal trasferimento con la famiglia a Milano e dalla rottura con la moglie. Nel ’40 comincia il lavoro di preparazione dell’antologia Americana, opera censurata dal fascismo, per cui il volume uscirà nel 1942 con le note critiche di Vittorini quasi del tutto soppresse. Gli anni ‘43-’44 sono molto intensi politicamente: dall’arresto durante una riunione clandestina per un’edizione speciale dell’Unità al carcere, alla lotta nelle file della Resistenza, alla preparazione a Firenze di uno sciopero generale, alla fuga inseguito dalla polizia tedesca, al ritiro in montagna. Qui, nel ’44 scrive Uomini e no.
Finita la guerra, l’impegno partigiano, il fascismo, nel 1945 dirige per alcuni mesi “l’Unità” e pubblica Uomini e no. Dirige anche e collabora al “Politecnico”, contribuendo ad animare il dibattito sul rapporto tra politica e letteratura. Si iscrive al partito comunista, ma i rapporti diventano presto difficili. Nel 1947 esce Il Sempione strizza l’occhio al Frejus e nel 1948 Il garofano rosso, primo romanzo di Vittorini, apparso a puntate sulla rivista “Solaria” nel 1933-34, ma giudicato dalla censura fascista contrario alla “morale e al buon costume”, senza permesso di pubblicazione.
Gli anni ’50 sono caratterizzati dalla scrittura e dalla pubblicazione di nuovi romanzi: Le donne di Messina, la traduzione americana di Conversazione in Sicilia, l’inizio del romanzo La garibaldina, l’inizio di Le città del mondo. Ma sono anche caratterizzati da nuove collaborazioni giornalistiche, come quella con “La Stampa” dove lo scrittore pubblica saggi sulla letteratura americana, e dove ha luogo la polemica con Togliatti. Nel ’57 pubblica con Bompiani Diario in pubblico, raccolta dei suoi saggi critici. Nel ’60 dirige la collana di Mondadori “La Medusa” e nel ’61 si avvicina la mondo del cinema, scrivendo la sceneggiatura del film “Le città del mondo”, mai realizzato.
Gli ultimi anni di vita dello scrittore si svolgono intorno alla rivista “Il menabò”, sulla quale Vittorini affronta la questione del rapporto tra letteratura e industria. Nel 1963 si ammala gravemente. Nonostante la malattia, assume la direzione della collana “Nuovo Politecnico” di Einaudi. Nel 1966 muore a Milano.
Chi è Elio Vittorini? I parte
Operatore culturale e traduttore, “agitatore di idee” e scrittore che non prescinde mai dalla vita”. “ (Introduzione a Il garofano rosso, Ed. Mondadori, 2009, pag.VIII ) 
Siciliano, nato a Siracusa nel 1908, è primo di 4 fratelli. Figlio di un capostazione, trascorre l’infanzia in piccole stazioni ferroviarie, tornando a Siracusa solo per le vacanze. Di carattere inquieto, desideroso di esplorare il mondo, fugge da casa tredicenne, ripetendo più volte negli anni successivi questa esperienza. Nel 1924 si stabilisce definitivamente nel Nord.
La giovinezza è segnata da un’ansia di ribellione: viene espulso per scarso rendimento dalla scuola tecnica per ragionieri di Siracusa; viene chiamato in questura per la sua amicizia con Alfonso Failla che fa parte di un gruppo di anarchici in lotta contro lo squadrismo fascista; si innamora di Rosa, sorella di Salvatore Quasimodo, con la quale fugge per potersi sposare subito, celebrando il matrimonio nel 1927 e stabilendosi presso il fratello della moglie a Gorizia.
Quegli anni e quelli successivi vedono le prime collaborazioni di Vittorini con alcune riviste: grazie all’amicizia con Curzio Malaparte scrive articoli su “La Stampa”; pubblica sulla “Fiera letteraria” il primo racconto “Ritratto di re Giampiero”; nel 1929 comincia la collaborazione con “Solaria”, rivista nella quale pubblica racconti e recensioni di libri di altri scrittori. La giovinezza è segnata anche dalle letture per Joyce e Kafka e dall’interesse per la narrativa americana. Studia l’inglese e traduce Robinson Crusoe e, successivamente, le opere di Lawrence, Poe, Defoe, Steinbeck e altri. Nel 1929, grazie all’intervento del direttore di “Solaria”, realizza il sogno di vivere a Firenze, dove conta già molti amici e numerose collaborazioni. Nel 1931 inizia la collaborazione al “Bargello” e pubblica il suo primo libro di racconti, “Piccola Borghesia”, mostrando quella spregiudicatezza che caratterizzerà gli scritti e le esperienze successive.
Vittorini segue un percorso da autodidatta, che lo porterà a fondare la sua scrittura, più che sugli studi, sull’esperienza delle cose e del mondo.
Presentazione autore I parte

Siciliano, nato a Siracusa nel 1908, è primo di 4 fratelli. Figlio di un capostazione, trascorre l’infanzia in piccole stazioni ferroviarie, tornando a Siracusa solo per le vacanze. Di carattere inquieto, desideroso di esplorare il mondo, fugge da casa tredicenne, ripetendo più volte negli anni successivi questa esperienza. Nel 1924 si stabilisce definitivamente nel Nord.
La giovinezza è segnata da un’ansia di ribellione: viene espulso per scarso rendimento dalla scuola tecnica per ragionieri di Siracusa; viene chiamato in questura per la sua amicizia con Alfonso Failla che fa parte di un gruppo di anarchici in lotta contro lo squadrismo fascista; si innamora di Rosa, sorella di Salvatore Quasimodo, con la quale fugge per potersi sposare subito, celebrando il matrimonio nel 1927 e stabilendosi presso il fratello della moglie a Gorizia.
Quegli anni e quelli successivi vedono le prime collaborazioni di Vittorini con alcune riviste: grazie all’amicizia con Curzio Malaparte scrive articoli su “La Stampa”; pubblica sulla “Fiera letteraria” il primo racconto “Ritratto di re Giampiero”; nel 1929 comincia la collaborazione con “Solaria”, rivista nella quale pubblica racconti e recensioni di libri di altri scrittori. La giovinezza è segnata anche dalle letture per Joyce e Kafka e dall’interesse per la narrativa americana. Studia l’inglese e traduce Robinson Crusoe e, successivamente, le opere di Lawrence, Poe, Defoe, Steinbeck e altri. Nel 1929, grazie all’intervento del direttore di “Solaria”, realizza il sogno di vivere a Firenze, dove conta già molti amici e numerose collaborazioni. Nel 1931 inizia la collaborazione al “Bargello” e pubblica il suo primo libro di racconti, “Piccola Borghesia”, mostrando quella spregiudicatezza che caratterizzerà gli scritti e le esperienze successive.
Vittorini segue un percorso da autodidatta, che lo porterà a fondare la sua scrittura, più che sugli studi, sull’esperienza delle cose e del mondo.
Presentazione autore I parte
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