
" In questo paesaggio che ho cercato di descrivere e che oggi- come spesso capita- è nebbioso, c'è sepolta una storia: una grande storia, d'una ragazza che visse tra il 1590 e il 1610 e che si chiamò Antonia, e delle persone che furono vive insieme a lei, negli anni stessi in cui lei fu viva, e che lei conobbe; di quell'epoca e di questi luoghi.
Già da tempo mi proponevo di riportare quella storia alla luce, raccontandola, tirandola fuori dal nulla come il sole d'aprile fa venire fuori la cartolina della pianura e il Monte Rosa, e avevo anche pensato di raccontare questi luoghi, e il mondo dove Antonia era vissuta: ma poi sempre mi dissuadevano la distanza di quel mondo dal nostro e l'oblio che l'avvolge.
[...] Mi chiedevo: cosa mai può aiutarci a capire del presente, che già non sia nel presente? Poi, ho capito...
Guardando questo paesaggio, e questo nulla, ho capito che nel presente non c'è niente che meriti d'essere raccontato. Il presente è rumore: milioni, miliardi di voci che gridano, tutte insieme in tutte le lingue e cercando di sopraffarsi l'una con l'altra, la parola "io". Io, io, io... Per cercare le chiavi del presente, e per capirlo, bisogna uscire dal rumore: andare in fondo alla notte, o in fondo al nulla; magari laggiù, un po' a sinistra e un po' oltre il secondo cavalcavia, sotto il "macigno bianco" che oggi non si vede. Nel villaggio fantasma di Zardino, nella storia di Antonia. E così ho fatto."
Sebastiano Vassalli, La chimera, Prefazione
Per discutere di quest'ultimo libro, su suggerimento di Daniele, ma anche per variare la modalità di avvio, non vi propongo una traccia precisa di discussione.
Lancio solo una provocazione, per tentare, a lettura conclusa, di riprendere la domanda di Vassalli espressa nella Prefazione, sopra riportata, e per riannodare i fili:
Che cosa della storia di Antonia, del villaggio fantasma di Zardino e di quanto in esso accade, può aiutarci a capire il presente?
Ciao a tutti!
RispondiEliminapare proprio che tocchi a me iniziare i commenti di questo libro...
Per cominciare devo ammettere che non mi è proprio piaciuto come libro: questo giudizio non ha niente a che fare sul modo in cui è scritto, ma dipende dal contenuto e dal messaggio che esso trasmette.
Le descrizioni, infatti mi sono parse sempre precise e poco prolisse, e la lettura, di per se, mi è parsa scorrevole.
D'altro canto,però mi è parso molto pesante il contenuto: spesso infatti l'autore l'ha reso volutamente oscuro che non lascia trasparire alcun barlume di speranza.
Non mi è piaciuto, poi, il modo in cui Vassalli ha impostato la vicenda: in molti romanzi, infatti, l'esito finale della vicenda, infatti è tenuto in sospeso fino alla fine, mentre ne "la chimera" fin dalle prime pagine sai che infine Antonia sarà arsa come strega.
Dopo queste considerazioni prettamente personali e di carattere generali procedo ora ad un'analisi più imparziale del romanzo e dei suoi personaggi:
Il romanzo di Sebastiano Vassalli “La chimera” si presenta come un romanzo storico il cui intento è, a mio parere, di usare la storia della strega di Zardino per descrivere il quadro storico-sociale dell’Italia di quel tempo. Il romanzo è situato in un preciso quadro storico: si pone infatti in un periodo di relativa pace per l’Italia: la guerra dei trent’anni, infatti, doveva ancora incendiare l’Europa, e si erano appena concluse le guerre legate alla scissione dei protestanti. Nondimeno l’Italia sta passando un periodo travagliato in cui è presente una forte intolleranza religiosa e in cui la figura femminile è (purtroppo) simbolo del peccato originale.
Vassalli descrive un momento di cambiamento per la città di Novara: la situazione di partenza ce la descrive come una società molto libera e in cui i preti deviano molto dalla situazione di castità e celibato che hanno promesso di mantenere. In questo quadro gli intrecci politici di Roma fanno arrivare un vescovo integerrimo tale Carlo Bascapè che vuole riportare alla povertà evangelica questa diocesi …
Proprio in questo quadro storico Vassalli ricostruisce la storia della strega di Zardino.
Antonia è una ragazza molto bella, quasi troppo, che a mio parere ha un solo difetto: non avere peli sulla lingua. Questo infatti la mette in cattiva luce verso i compaesani e verso il proprio parroco, che più avanti testimonieranno contro di lei.
Questa ragazza, infatti, essendo anche intelligente, capisce che don Teresio pensa più al proprio portafoglio che alla salvezza delle sue anime, e lo denuncia pubblicamente.
In fondo, però, Antonia è solo una pedina nella partita tra l’intransigente Bascapè e la chiesa cattolica di Roma, rappresentata dal tribunale dell’inquisizione.
Riguardo al messaggio trasmesso dal libro, mi accorgo che esso è estremamente pessimistico: infatti pare voglia dire: tutti hanno doppi fini nelle loro azioni (don Teresio, le vicine di casa di Antonia …), e chi non ce li ha e vuole solo il bene (come Bascapè) viene alla fine tolto di ogni potere e relegato a compiti di secondo ruolo.
Per me però è un messaggio troppo negativo: ok, esistono persone malvagie che fanno tutto per interesse personale, però, d’altro canto, esistono anche quelli (e sono più di quelli che pensiamo) che sono convinti di poter cambiare in meglio questo mondo.
Quindi non bisogna lasciarsi spaventare dalla moltitudine di gente vuole fare il male, perché sennò tutto è perduto, bisogna invece lottare per quello in cui crediamo perché ciò si avveri …
Concludo ,anche questa volta, con una citazione di Bob Marley, che si impegnò davvero molto per la pace e l’uguaglianza (tanto che ricevette il Jamaican order of merit),:
“…le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero... Come potrei farlo io?!"
Enrico
Tamburini.....sai che non te le risparmio...quindi...la prossima volta vedi di stare zitto...visto che sei sempre stato tra gli ultimi a commentare....-.-...!!!
RispondiEliminaBattute a parte, torniamo alle cose serie...intanto ciao a tutti..!!
Poi,per iniziare, questo libro mi ha interessato,ma allo stesso tempo mi è parso un po' noioso.
La vicenda di per se mi ha attratto molto,ho trovato insolito e molto interessante il metodo utilizzati da Vassalli:iniziare dalla fine.
L'ho trovato un metodo alternativo alla solita suspense,in fondo anche in questa circostanza qualcosa di nascosto c'è,lo sviluppo della vicenda,i fatti che si susseguono,insomma,c'è sempre quel qualcosa che personalmente mi ha spinto velocemente a proseguire per scoprire “il dopo”.
Quello che un po' mi ha frenato sono stati i capitoli puramente descrittivi,riguardanti il contesto:in effetti questo penso possa esser considerato un libro storico,e questo genere non è proprio quello che mi attira.
Un po' troppe descrizioni dettagliate e minuziose.
Per quanto riguarda il personaggio di Antonia,questa figura mi ha molto affascinata,in particolare il suo carattere ricco di sfaccettature.
Forte,intelligente,ribelle,ma anche tranquilla,posata e rassegnata,ecco ho notato tutte queste diverse caratteristiche in lei.
È forse quasi un modello da seguire, non ha timore di esprimere ciò che pensa,non ha paura di andare contro tutto e tutti,accusa la Chiesa,critica gli ecclesiastici,insomma non si nasconde come i suoi compaesani dietro al timore di esser giudicati male.
Penso che se le persone di oggi avessero anche solo un accenno del suo carattere,qualcosa potrebbe cambiare.
Non accetto il silenzio,più volte mi arrabbio davanti a persone che non hanno il coraggio di esprimere liberamente le loro idee,se queste vanno contro tendenza,non sopporto le persone codarde che si nascondono in false scuse,pur di non dire “No..!!Questo a me non va bene..!!”
Ripensando alla domanda “Cosa può aiutarci a capire del presente”,penso che il mondo d'oggi non sia molto diverso da quello allora descritto da Vassalli,di “Antonie” non ce ne sono molte,pochi hanno il coraggio di eliminare i pregiudizi,di sfidare le dicerie e le chiacchiere di paese.
Certo,non si arriverà mai ad accusare una donna di essere una strega a causa dei suoi comportamenti,ma spesso si giunge a emarginare chi,uomo o donna che sia,che il coraggio lo trova, e, proprio per questo andrebbe imitato.
Si dovrebbe combattere con i denti al fine di ottenere ciò in cui crediamo e riponiamo le nostre speranze future.
Scusate la brevità del commento,ma in questa ultima mezza giornata di vacanza....ci sono molte cose da fare..
quindi...a domani..!!
Serena
Ciao a tutti!!!
RispondiEliminaAlla fine siamo arrivati a quest' ultimo commento, che probabilmente sarà il più personale di tutti vista la sua libertà di espressione. Prima di fare qualunque considerazione, devo dire che “La chimera” è stato il libro più impegnativo dell' estate, non tanto per una difficile comprensione dello stile di scrittura del Vassalli, quanto piuttosto per il peso e l' intensità dei temi trattati nel romanzo, che non può certamente essere oggetto di una lettura superficiale. Nonostante avessi già letto il libro due anni fa (con molta meno attenzione, però), questa seconda lettura è stata molto utile per riuscire a cogliere quegli aspetti e spunti di riflessione su cui non mi ero minimamente soffermato a riflettere in passato, forse anche perché la mia era una lettura più “infantile”.
Fatti come quelli accaduti alla povera Antonia, seppur con modalità diverse e in maniera meno scandalosa, avvengono anche oggi, nella tanto urbanizzata e tecnologica società odierna. Se ci riflettiamo un po', uno dei motivi della discriminazione di Antonia non è forse il colore della sua pelle? E non viene forse guardata come fosse un alieno solo per il fatto che è stata adottata? Non sono forse, queste, due tematiche che colpiscono anche il mondo moderno? Non facciamo altro che sentire parlare di immigrati al telegiornale, ma basta semplicemente aprire la porta di casa per renderci conto del mondo che ci circonda: diverse culture convivono, ormai, in uno stesso quartiere, ma, se succede qualcosa di spiacevole, i primi su cui si fanno sospetti sono sempre gli stranieri, indipendentemente dal fatto che si abbiano prove o no.
Lo stesso discorso vale per i ragazzi adottati: anche se, ultimamente, l 'adozione è un fenomeno in crescita, un tempo questi ragazzi faticavano per integrarsi in una società che sembrava non avere posto per essi, considerati personaggi sicuramente “cattivi” in un futuro prossimo. Personalmente, ho diversi amici che sono stati adottati e molti di essi sono persone migliori dei “normali” ragazzi italiani.
Altra “denuncia” implicita nel romanzo di Vassalli è la denuncia della corruzione della Chiesa e della scostumatezza dei suoi rappresentanti. Come negare il fatto che, molto spesso, la Chiesa sia protagonista di scandali, talvolta gravissimi? Accade ora, come allora (intendo dire al tempo della narrazione), che parroci siano protagonisti di casi di pedofilia o prostituzione, proprio di quei casi di cui la Chiesa non vorrebbe nemmeno sentire nominare il nome, ma in cui, purtroppo, si trova coinvolta.
Un aspetto generale su cui trovo “La chimera” quanto mai attuale sono i temi del pregiudizio e dell' invidia: allora costarono la vita a una giovane innocente, oggi portano conseguenze altrettanto gravi, con la differenza che, ormai, quando non si sentono le parole omicidio, suicidio, stupro o altre simili a queste, si ritiene, erroneamente, che non si tratti di nulla di importante, una sottovalutazione che può avere conseguenze a dir poco devastanti.
Un saluto a tutti...
Alex
ciao a tutti.
RispondiEliminacredo che di fronte a questo libro non bisognava porgersi come di fronte a un normale romanzo, ma come davanti a una cronaca di ciò che è stato. il libro, infatti, è una denuncia delle brutalità avvenute in quei secoli, anche a causa della chiesa del tempo, di mentalità ancora chiusa e legata alle superstizioni popolari. altro tema è l'invidia dei compaesani di Antonia, fatto che la porterà ad essere bruciata sul rogo.
a parte uno stile non molto scorrevole da parte dell'autore, cosa che mi ha reso un po' difficile la lettura,, il libro lo ho apprezzato per questo motivo: mi ha fatto riflettere. si, perche mi sono chiesto se una qualche similiitudine ci potesse essere con il mondo di oggi. io credo di si: i pregiudizi e le maldicenze ci sono e saranno sempre, ma io volevo andare oltre al pregiudizio inteso "classicamente"; infatti, sempre personalmente, credo che le persone d'oggi non riescano più ad andare oltre l'aspetto esteriore degli altri, fermandosi alla superficie senza chiedersi cosa ci possa essere sotto, i suoi sentimenti, il suo carattere... facendo ciò hanno ujna specie di pregiudizio credo.
Ho trovato il libro un romanzo storico affascinante, per le tante emozioni che è riuscito a darmi: l’allegria, la tristezza, addirittura l’ira, tutte effetti di situazioni comiche (talvolta grottesche), tragiche, brutali. A fine lettura è senz’altro l’ira il sentimento che è prevalso sugli altri; cercherò di sfogarlo tutto nelle prossime righe.
RispondiEliminaCapitolo ventottesimo: “La sentenza”, l’ultima notte che Antonia passa nella prigione della Santa Inquisizione. Taddeo e Bernardo violentano la ragazza; la scena ha della brutalità; la serietà con cui viene raccontata da parte dell’autore è quasi inconsueta rispetto ai molti episodi del racconto. Sono fatti, questi, che rimangono quasi immutati con il passare degli anni: di uomini animali sempre ne sono esistiti e sempre ne esisteranno. Però, cosa è cambiato nel tempo: queste bestie, vere e proprie bestie, al giorno d’oggi vengono punite (per lo meno l’intenzione di farlo seriamente c’è).
Ma veniamo alla Chiesa, alla sua corruzione e alle sue attività. Don Terenzio… oserei quasi paragonarlo alla gentildonna novarese menzionata al capitolo ventisettesimo (“L’ultimo viaggio”). “… ed era una dama che Bascapè vedeva in Duomo per la messa di mezzogiorno, ogni domenica; seduta in prima fila con il viso velato, nel banco di famiglia contrassegnato dalla targa d’ottone! Una dama altera, famosa per spietatezze domestiche e per pubbliche elemosine; una pia donna, che sovraintendeva a molte opere di devozione, sia in città che nel suo feudo. Una puttana!”. Ecco, voglio paragonare il prete sopra citato a questa “signora”, per sottolineare i loro tratti comuni: entrambi frequentano la Chiesa (assiduamente direi) forse perché ritengono, così facendo, di avere il paradiso assicurato dopo la morte. Ma a che serve predicare bene a razzolare male... Non è forse un peccato quello di Don Terenzio di vivere “delle elemosine e dei tributi dei fedeli”, come non è forse un peccato quello della dama di Novara di far, per citarne uno, “spietatezze domestiche”? E i soldi che riceve Don Terenzio: che il merito sia anche di quelle indulgenze con cui egli assicura la remissione delle colpe? Io lo credo proprio. Esistono ancora anche queste persone, eccome: taluni frequentano la Chiesa solo per essere etichettati come uomini seri e perbene. E coloro che non santificano le feste? Devo dire: si potrà anche essere non praticanti, ma non per ciò non credenti e persone non dabbene. La Chiesa non dovrebbe opprimere i fedeli.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaOra, vorrei soffermarmi sul personaggio di Antonia: la storia della sua vita, finita a soli vent’anni di età, mostra come ella si sia evoluta nel tempo, come abbia sempre portato avanti le proprie idee con assoluta, quasi innaturale, tranquillità, non curandosi del giudizio della massa e degli insegnamenti che la società voleva imporre, e questo fino a subire quella condanna a morte ingiusta. Amo molto il suo personaggio: sono sicura che sia esistita davvero una ragazza così. Nella lettura mi sono completamente immedesimata in lei: condividevo i suoi principi, ciò che pensava e diceva.
RispondiEliminaAl giorno d’oggi non che la situazione sia molto diversa da quella del ‘600; certo è, per lo meno si è più tutelati e liberi da tabù di ogni genere, e questo rappresenta un notevole passo avanti per la società.
P.S.
Ho molto apprezzato le citazioni in lingua latina!
Valentina
Comunque nel primo commento volevo scrivere "Ma a che serve predicare bene E razzolare male" e NON "Ma a che serve predicare bene A razzolare male".
RispondiEliminaA domani!
Salve a tutti!
RispondiEliminaSono contento che la traccia d'analisi di questo libro sia libera così mi lascierò trascinare dall'ispirazione...
Tra tutti i libri letti questa estate La Chimera è quello che mi affascinato più.
Per molti motivi:innanzitutto l'argomento della stregonieria mi ha sempre interessato e leggere un romanzo ambientato nel medioevo è stato affascinante.
Inoltre la protagonista,Antonia,ha una personalità che mi ha profondamente colpito:ella non ha la paura che dimostrano tutte le donne del libro nei confronti della chiesa e delle autorita,anzi anche sotto tortura mantiene le sue idee.
Condivido però l'idea di Enrico nel senso che anch'io non ho apprezzato il fatto che si sapeva fin dall'inizio la conclusione della vicenda.
Salve a tutti!!
RispondiEliminaEccoci all’ultimo libro..
Per iniziare vorrei dire, al contrario di Enrico, che questo libro mi è veramente piaciuto. I motivi sono due. Il primo, perché la storia mi ha appassionato mentre la leggevo e il secondo per i significati che ho colto. I libri che trattano della Chiesa medievale hanno quel qualcosa di misterioso ed oscuro che mi attrae e li leggo quasi per riuscire a metter luce su quelle vicende, anche se forse nessuno ci riuscirà. Il tema principale che sono riuscita a ricavare è quello dell’ingiustizia, che mi sembra prevalere per tutto il romanzo.
Tornando alla domanda, secondo me, ciò che ci può aiutare a comprendere e vivere il presente sono proprio gli atteggiamenti dei compaesani di Antonia. Esistono tutt’ora quelle persone che per invidia parlano alle spalle e non vedono veramente come si è, guardano solamente la parte esteriore. Questo tratto mi ha così infastidito che mi ha incuriosito, volevo vedere fino a che punto l’ignoranza poteva spingere una persona.
Quello che penso io non è tanto trovare un modo di comportarsi con quelle persone, ma cercare di non essere come loro, non cadendo nella superstizione e non guardando solo le apparenze.
Riguardo i personaggi,volevo dedicare delle righe a uno di quelli su cui nessuno penso si sia soffermato tanto: il boia. Nelle ultime pagine, nella disperazione, nell’aspettare qualcosa di inevitabile, nella paura e nel macabro la figura di quest’uomo ha portato dell’amore. La compassione che ha avuto mi ha veramente impressionata, ha evitato ad Antonia i dolori più lancinanti che si possano provare, il bruciare viva. E la cosa che più mi ha messo un senso di tristezza dentro sono state le parole del boia verso la ragazza: “Prima di compiere questo ufficio a cui mi ha delegato la volontà di Dio e la giustizia degli uomini, ti chiedo umilmente di perdonarmi.”, come se lui non volesse ucciderla. Non so se ho capito male questa ultima parte, ma questo è quello che mi ha trasmesso.
Scusate ma questa domanda non mi ha dato troppi spunti e come avete visto non sono riuscita a concludere troppo.
Bea
Il libro mi ha veramente annoiato per i primi capitoli, in cui la narrazione non ha avuto grandi impulsi e il racconto delle vicende dell’epoca non era abbastanza stimolante; quando Antonia ha iniziato a crescere mi sono appassionato di più perché anche le pause descrittive e riferimenti storici erano più interessanti che all’inizio.
RispondiEliminaLa religione è tema dominante, anche se nella Chimera è vista come strumento di potere e arricchimento dei parroci.
marco
RispondiEliminaPremetto che codesto libro non è stato da me or ora letto. Purtroppo non sacc'io per qual fortuita circostanza mi ritrovai cotal lettura davanti agli occhi mesi or sono.
RispondiEliminaE sicchè posta lì innanzi qualcun l'avea, niente se non addolorarmi della vicenda di Antonia tentar potea.
Il ricordo non è vivo come ieri, ma tentar posso di lietar vossignoria con un commento sulla festa che si fia in onor del grande rogo che Vassalli ci onorò di raccontare.
Terminata la parte iniziale in Italiano Incomprensibile, posso riassumere quello che sopra ho detto per coloro che non hanno capito l'obrobrioso tentativo d'imitare un bardo medievale. Il libro, non ricordo perchè, l'avevo già letto e non sono persona che rilegge gli scritti più volte, nonostante li abbia apprezzati. é una mia filosofia, esattamente come raramente rifaccio un gioco per la Playstation o riguardo un film (eccezion fatta per Pulp Fiction). Mi sono ritrovato quindi a dover fare un commentino senza ricordarmi in maniera precisa tutti gli avvenimenti dell'intreccio narrativo, nonostante lo ricordi discretamente bene nella sua integrità.
A sua tempo, questo libro mi era davvero piaciuto. L'inizio, forse leggermente lento, dimostrava comunque non abile capacità di riproduzione storica di Vassalli. Serviva, oltre che ad introdurre la vicenda e i personaggi, a farci entrare all'interno del mondo del seicento, e quindi poteva risultare più noioso del resto della storia.
Non ricordo di aver incontrato particolari difficoltà nel leggere il romanzo, se non in alcuni punti ricchi di riferimenti storici leggermente complessi e pesanti. O forse era perchè a suo tempo l'ho letto in una notte perchè non riuscivo a staccarmici e stavo morendo di sonno? Mah.. In ogni caso, è stata una bella esperienza. Fin da piccolo, quando leggevo delle "Insensate" torture a finte streghe da qualche parte, rimanevo affascinato, incuriosito. Mi chiedevo come la stoltezza umana potesse giungere a tanto. Ebbene, con questo libro (e in parte anche con Il nome della rosa, che ho letto nello stesso periodo), ho saziato la mia curiosità verso l'Inquisizione e verso i metodi assurdi con cui rintracciavano streghe e eretici.
I romanzi storici possono essere si pesanti, ma ti fanno vivere un periodo dell'umanità dall'interno, cosa che mille lezioni di Tramontana non potranno mai fare. (con tutto il rispetto per Tramontana =) )
Francesco T.
giunto allo scadere purtroppo non ho terminato il libro quindi mi soffermerò a commentare quello che posso.
RispondiEliminaLa Chimera è un libro assai diverso dagli altri. mi sta piacendo molto per il suo carattere, del tutto simile a quello dei Promessi Sposi, di avere il narratore che interrompe costantemente la narrazione della vita di Antonia per descrivere i fatti storici legati alla protagonista. rimango sbalordito quando penso all'immenso lavoro di ricerca storica che l'autore deve aver affrontato prima della scrittura del romanzo.
inoltre devo dire che, dopo aver studiato per filo e per segno (per me almeno) la storia europea che va dalla fine del 1400 alla fine del 1600 per il mio carissimo debito in storia, ora comprendo e apprezzo molte cose del libro che probabilmente non avrei capito prima di mettermi a studiare.
se ciò che si legge nel romanzo è verosimile, a coloro che probabilmente non mi sentiranno ma che comunque rompono dicendo che i "giovani d'oggi" devono imparare a vivere davvero, non solo a divertirsi, vorrei dire che vadano a farsi benedire e a divertirsi anche loro qualche volta, che, in sé, male proprio non fa. anzi!