domenica 31 luglio 2011

Viaggiando fuori e dentro di noi...


Anche noi, forse, in questi giorni siamo in viaggio verso qualche meta delle nostre vacanze, o andremo nei prossimi giorni, o siamo da poco tornati. Le vacanze sono un tempo speciale per riscoprire cosa significhi lasciare i propri luoghi e partire verso altre direzioni.


Viaggiare significa scoprire posti nuovi, incontrare, intrecciare relazioni, scorgere nuove bellezze, ma anche stare con noi stessi e riappropriarci di ciò che ci abita dentro...



Con questa esperienza nell'animo, che penso sia nota a tutti, ci apprestiamo a commentare e a discutere la storia del viaggio narrata da Elio Vittorini in Conversazione in Sicilia.



Solo qualche spunto per avviare la discussione:


  • Quali sono gli incontri più significativi che il protagonista vive tornando in Sicilia?


  • Quale relazione il romanzo lascia emergere di Salvatore con la madre e quale con il padre?


  • Con quali stati d'animo inizia il viaggio e con quali altri lo conclude e torna al Nord?


  • Che significato/i assume il viaggio compiuto da Salvatore?


  • Che immagine trapela della Sicilia dal romanzo?


  • Quali possibili interpretazioni si possono dare al romanzo? (Per rispondere a questa domanda potete/dovete consultare qualche sito e leggere qualche analisi critica).

Ricordo a tutti che le domande sono solo degli spunti per facilitare i vostri commenti, ma che potete sentirvi liberi nell'esprimere le vostre considerazioni.


I post sul libro vanno inseriti qui di seguito. Chiedo a tutti di firmarsi in modo chiaro, gli pseudonimi non consentono di capire chi è l'autore dei vari contributi.



Infine, ricordo che potete continaure a inserire i vostri post anche per gli altri libri. Le discussioni rimangono aperte!



Forza ragazzi, vi attendo numerosi!



La foto è stata attinta dal sito www.fuggire.it







Conversazione in Sicilia... Storia di un viaggio alla ri-scoperta di sè

"Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi sono messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori in qualche modo per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi apsettava, ma anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete.
Questo era il terribile: la quiete nella non speranza..."

Così inizia Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini, romanzo, secondo la critica, tra l'onirico e l'allegorico, uscito dapprima a puntate nella rivista Letteratura nel 1938-39, poi pubblicato in volume unico con il titolo Nome e lacrime, infine uscito per la casa editrice Bompiani nel 1941 titolato Conversazione in Sicilia. Un inizio che ci narra di uno stato d'animo, quello della quiete, nel contesto di una non speranza, una quiete che assume il volto della passività, della rassegnazione, di un sordo sogno...

Poi un giorno l'arrivo di una lettera a Silvestro Ferrauto, protagonista del romanzo, una lettera del padre che gli comunica di aver lasciato la madre per andare a vivere con un'altra donna a Venezia. Di qui la decisione di Silvestro di tornare in Sicilia, terra natia lasciata a 15 anni per recarsi nel Nord in cerca di lavoro. Di qui l'inizio di un viaggio, fitto di incontri, di conversazioni, di dolori rinnovati, di nuove consapevolezze. Di qui la decisione finale di ripartire, di ritornare...

Al via con il secondo libro e con il secondo autore: Elio Vittorini!



Prima di aprire la discussione del secondo libro, vi invito ad andare a leggervi i due post che ho inserito nel blog nell'agosto del 2010 su Elio Vittorini. Potrete farvi un'idea del percorso biografico e della produzione di questo scrittore del '900. Vi invito anche a leggere i post dedicati alla presentazione de Il garofano rosso, assegnato alla classe terza dell'anno scorso, e magari a divertirvi a leggere un po' di commenti inseriti dai ragazzi.


Buona lettura e buona scoperta dell'autore!!!



Riprendiamo il filo...

Cari ragazzi,
ci risentiamo dopo molto tempo, quasi un mese dall'apertura della discussione del primo libro.
Non mi sono dimenticata di voi, nè del blog... Forse qualcuno l'avrà pensato! Anzi, vi ho seguito quasi quotidianamente, leggendo con molta attenzione i vostri interventi e i vostri contributi. Non mi sono fatta più sentire perchè ho avuto parecchie difficoltà a entrare nel blog e per sopraggiunti, grossi impegni personali. Ma ora è quasi tutto sistemato, perciò possiamo riprendere il filo del discorso... Spero che, nel frattempo, abbiate o stiate leggendo gli altri libri e che anche chi non ha ancora inserito il suo commento su I cani e i lupi si sbrighi...
Avete visto che bella foto ho inserito e che belli che siete?
A presto!
Elisa Carrà